Il 7 febbraio, partendo dalla vicenda della polizza intestata a Virginia Raggi dall'ex capo della segreteria politica Salvatore Romeo, il vicepresidente della Camera, il 5 Stelle Luigi Di Maio, ha scritto all'ordine dei giornalisti per lamentarsi del "trattamento" riservato dai media al Movimento.

Nella lettera sono elencati, a riprova, articoli e giornalisti di vari quotidiani che riportano il fatto ipotizzando, se non dando per scontata, un'avvenuta corruzione e ulteriori scandali.

Se ancora in carica (oltre che in vita), il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro avrebbe introdotto la sua protesta con un incipit divenuto ormai proverbiale: "Non ci sto!"

E così, anche se non testualmente, ha fatto Di Maio, sancendo, in pratica, la guerra tra i 5 Stelle e i media. La risposta, naturalmente, non è tardata ad arrivare e trattandosi di giornalisti, nessun eventuale mea culpa o una pur vaga riflessione per valutare la fondatezza o meno di quanto sostenuto da Di Maio è stato fatto.

La risposta, come già accaduto in passato in situazioni analoghe, prevede indignazione e preoccupazione per future liste di proscrizione nel caso i 5 Stelle vadano al governo.

Il dubbio su una pur vaga possibilità di aver calcato la mano sulla vicenda Romeo in particolare e su Virginia Raggi in generale non è stato neppure contemplato dai media nostrani.

Per questo, Virginia Raggi ha pubblicato un filmato riportato qui sotto dove, punto per punto, riprendendo i titoli del quotidiano Repubblica vengono riassunte le attività fatte dalla giunta capitolina per dimostrare l'infondatezza delle ricostruzioni fatte negli articoli riportati nel quotidiano.

Ma la guerra con la stampa è ormai aperta, tanto che Libero, come mostra la figura in apertura, apre il numero del 10 febbraio con "Patata bollente", indirizzato alla Raggi che viene paragonata pure alle Olgettine.

Così Di Maio ha commentato su facebook: "Poi mi criticano quando dico che qualcuno dovrebbe chiedere scusa. A me questo titolo fa schifo. Ormai si è superato ogni limite."

Anche adesso si dovrebbe dargli torto?