Michael Flynn, generale in pensione, era stato nominato da Donald Trump consigliere per la sicurezza nazionale. Michael Flynn si è però dimesso dal proprio incarico dopo solo 24 giorni, a causa di un suo coinvolgimento nell'inchiesta relativa a presumibili ingerenze russe nelle elezioni presidenziali del 2016.

E proprio in merito a quello che è possibile definire come il Russia gate, Michael Flynn ha dato la sua disponibilità a testimoniare in cambio, però, che gli sia comunque garantita l'immunità. Particolare che deve aver indispettito non poco la Casa Bianca, in base alle reazioni di Trump che si è rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti sull'argomento.

Sabato, la Casa Bianca ha però rilasciato delle informazioni riguardo a Flynn. Nella dichiarazione dei suoi proventi, il generale non aveva elencato quelli derivati da due aziende russe, uno dalla rete televisiva RT, finanziata dal Cremlino, l'altro dalla Volga-Dnepr Airlines.

Si tratta di due conferenze, il cui compenso è stato superiore ai 5000 dollari, che Flynn si è dimenticato di riportare in una dichiarazione da lui firmata, datata lo scorso 11 febbraio.

Questa nota della Casa Bianca ha tutta l'aria di esser stata rilasciata con l'intenzione di screditare un testimone che potrebbe risultare imbarazzante per Donald Trump.

Michael Flynn aveva lasciato il proprio incarico il 13 febbraio per non aver rivelato i colloqui avuti con l'ambasciatore russo Sergei Kislyak che aveva per argomento le sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia e per aver rilasciato al vicepresidente Mike Pence delle informazioni fuorvianti riguardo a tali colloqui, avvenuti prima dell'insediamento di Trump.