«Oggi abbiamo raggiunto un accordo con il Partito Conservatore per sostenere il Governo in Parlamento.» Con queste parole, pronunciate a Downing Street, Arlene Foster, leader del Partito Unionista Democratico (in inglese Democratic Unionist Party, DUP), ha posto fine ad una querelle che durava ormai da alcune settimane ed aveva contribuito ad imbarazzare, semmai ce ne fosse stato bisogno, ancor di più Theresa May.

«Questo accordo - ha proseguito Arlene Foster - contribuirà a fornire un governo stabile nell'interesse nazionale in questo momento vitale per il Regno Unito.»

Ma in che cosa consite l'accordo? Che i 10 parlamentari del DUP forniranno ai conservatori quello che in Italia definiremmo un appoggio esterno, consentendo così alla May di avere tecnicamente una maggioranza parlamentare per supportare il proprio Governo.

Perché due settimane per poter definire un accordo che la May aveva già dato come concluso il giorno dopo il risultato delle elzioni? Perché il DUP doveva contrattare il prezzo del suo sostegno alla May. Un che di paradossale, perché nelle scorse legislature il DUP aveva sempre fornito il proprio sostegno ai conservatori.

Questa volta, però, il sostegno politico avrà un costo finanziario: l'aumento di 1 miliardo di sterline entro i prossimi due anni da aggiungere ai fondi destinati dal Governo all'Irlanda del Nord. Quale sia la destinazione di questi fondi, se sia stata specificata o meno, non è stato detto.

Da ricordare, però, che in Irlanda del Nord, vi è una tregua fragile con gli scissionisti cattolici del Sinn Fein che rappresentano l'altra parte della popolazione della provincia, e che vorrebbero la riunificazione del nord con il resto del paese. Che gli unionisti protestanti abbiano stretto con il governo britannico un patto di governo ufficiale non può contribuire a rendere stabile la tregua tra i due partiti.

Inoltre, la posizione della May, oltre alla scommessa fallita delle elezioni anticipate, è piuttosto incerta anche in funzione di ciò che riuscirà ad ottenere nei trattati della Brexit.

Una situazione politica, quella britannica, che può essere definita in molte maniere, ma non certo stabile.