minipensieri

  • Ricordo che nell'immediato dopoguerra il latte scarseggiava e per poterne comprare quanto serviva alla famiglia ci si doveva mettere in coda, aspettare il proprio turno e poteva capitare che prima che esso arrivasse il latte disponibile finisse e si rimanesse senza. Più tardi uno arrivava, più tardi si metteva in coda, più rischiava di non avere latte. Ma nessuno si azzardava, a nessuno era permesso di evitare la fila. Ora capita di fare la coda per ottenere, che so, un posto all'asilo nido, un appartamento popolare, un aiuto. Capita che una famiglia sia da molto tempo in coda ed ecco arriva un africano, naturalmente con mogli e molti figli, naturalmente senza una casa, naturalmente senza un lavoro, naturalmente senza reddito; gli viene data la precedenza e chi  era in fila continuerà a farla. La chiamano accoglienza ma è solo ingiustizia. "L'ultimo arrivato ha gli stessi diritti di chi è lì da generazioni": la chiamano parità di diritti ma è solo ingiustizia come è ingiustizia pagare i dipendenti pubblici parimenti sia gli impegnati che i fannulloni, chi deve vivere in una costosa città del nord e chi vive in una poco costosa località del sud penalizzando gli uni e premiando gli altri.