Secondo i dati rilasciati dal Ministero dello Sviluppo Economico, l’export del settore agroalimentare è in crescita e sono molti i paesi che importano prodotti tipici italiani, tanto che le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy nella prima parte del 2017 hanno fatto segnare un balzo del 10%.


Da una analisi della Coldiretti, presentata in occasione dell’inaugurazione di Tuttofood, alla Fiera di Milano, il prodotto alimentare italiano più venduto all’estero resta sempre il vino, seguito dalla frutta fresca e trasformata, dagli ortaggi freschi e trasformati, da animali, carni e salumi, latte e derivati, pasta e olio di oliva.
Circa i due terzi dei prodotti alimentari esportati nel 2017 sono stati venduti nei Paesi dell’Unione Europea, il resto in Nordamerica, Asia ed Oceania.

Un aspetto importante da considerate quando parliamo di export agroalimentare italiano è quello relativo alla tutela contro l’agropirateria internazionale, un mercato parallelo che fattura oltre 60 miliardi di euro, sfruttando in modo improprio la terminologia, i colori, le immagini delle località, ma anche le denominazioni e le ricette  italiane, per vendere prodotti falsificati, che non hanno nulla a che fare con il nostro Paese. Come purtroppo risulta da uno studio pubblicato dalla  Coldiretti all’estero sono falsi quasi due prodotti alimentari di tipo italiano su tre, con i formaggi in cima alla classifica, seguiti da olio extravergine di oliva, conserve e prodotti ortofrutticoli come il pomodoro San Marzano. I leader delle falsificazioni? Gli Stati Uniti, mentre le le imitazioni sono molto diffuse dall’Australia al Sud America, ma anche in Europa.

La grande distribuzione opera già da molto tempo con successo nel settore dell’export tipico italiano, tanto che sono moltissime le aziende italiane che vendono i propri alimenti, vini e specialità gastronomiche nel mondo. Proporre e vendere agli importatori i prodotti tipici italiani è però abbastanza complesso per tutte quelle piccole e medie aziende italiane che non trovano spazio nei canali della grande distribuzione, a causa della concorrenza e dei costi difficili da sostenere.
Per incontrare le esigenze delle piccole medie imprese che vogliono far conoscere la propria produzione nel mondo, Vannini Editrice sta realizzando De Gustibus, una guida - catalogo per importatori stranieri.
De Gustibus rappresenta quindi una via privilegiata per la vendita di prodotti tipici italiani nel mondo, poiché mette direttamente in contatto i produttori con gli importatori e i distributori, per far nascere nuove relazioni commerciali. I buyers degli importatori di food ed in generale i food marketer sono ricercati da tutti gli operatori di questo settore così competitivo e per conquistare la fiducia degli importatori è importante rivolgersi a realtà consolidate e specializzate.
La guida De Gustibus verrà inviata a circa 15.000 importatori stranieri europei ed extraeuropei, per favorire la nascita di relazioni e contatti verso nuovi mercati ed incrementare l’export nazionale del settore agroalimentare. Contattare direttamente gli esportatori e le catene della gdo rappresenterebbe per una piccola media azienda infatti una missione costosa e gravosa da un punto di vista delle risorse e del tempo da impiegare.

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