Il deposito della causa civile presso il tribunale distrettuale di Detroit con cui il Dipartimento di Giustizia Usa accusa FCA, Fiat Chrysler Automobiles, di utilizzare un software per evitare il controllo delle emissioni nei veicoli diesel, è il primo passo formale che dà il via alla schermaglie procedurali che potrebbero concludersi, così come è avvenuto per VolksWagen, in un accordo tra le parti evitando in tal modo i tempi e le spese di un processo.

L'ammissione di colpevolezza va ricordato che è finita per costare alla casa tedesca, il cui procedimento però riguardava un numero maggiore di veicoli, la cifra non così irrisoria di 25 miliardi di dollari.

VolksWagen ha ammesso le proprie responsabilità. FCA, invece, nega di aver commesso - almeno intenzionalmente - alcun atto illecito.

Durante le contrattazioni odierne, le azioni FCA sono scese fin quasi a sfiorare il -5% per poi risalire.

I veicoli oggetto di contestazione sono poco più di 100mila, relativi ai modelli diesel Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram 1500 venduti tra il 2014 e il 2016.

La multa massima prevista dall'Agenzia per la protezione ambientale USA per ciò di cui viene accusata FCA, a Gennaio 2017, era di 4,5 miliardi di dollari.

L'indagine dell'EPA, che si è concretizzata in modo formale solo oggi, andava avanti da alcuni mesi ed FCA aveva annunciato di essere pronta ad aggiornare il software di controllo per venire incontro ai rilievi e alle preoccupazioni dell'Agenzia Usa.