C'erano una volta i piatti rotondi. Piatti di povera gente o piatti da ricchi. Di solito bianchi, ma anche in tinte tenui o forti, bordati in oro, con gli stemmi nobiliari o delle ambasciate, in porcellana semplice o di Meissen, della Upim o di Villeroy & Boch. Piatti diversi, ma tutti rotondi. Anche nei siti archeologici romani e greci si ritrovano piatti o cocci di piatti rotondi. Se era stato sempre così una ragione ci doveva essere: la rotondità attenuava gli urti, distribuiva meglio le pietanze, consentiva di impilarli più facilmente, i piatti.
Cosa abbia spinto i proprietari di ristoranti trendy ad abbandonare il frutto di una sapienza millenaria per sostituirli con piatti triangolari, romboidali, a esse o a elle, a forma di piramide azteca rovesciata o di scacchiera, non ci è dato di sapere. Nel giro di pochi anni comunque la moda ha fatto rapidamente proseliti (i sapientoni da talk show direbbero che è diventata virale) ed ora anche nelle pizzerie romane si possono ammirare piatti triangolari che contengono a stento pizze vintage che rimangono caparbiamente rotonde...
GT