Matteo Renzi è un prodotto dei media o, più precisamente, dell'ipocrisia o della paura dei media. Nessuno lo definisce per quello che è e non descrivendone o potendone descrivere il suo vero aspetto, salvo rare eccezioni, i media si limitano a riportarne un'immagine edulcorata facendo passare per simpatico o originale ciò che è invece indecente o becero.

Matteo Renzi è una specie di Alberto Sordi di oggi, l'Alberto Sordi dei suoi film, s'intende. I personaggi di Sordi erano dei casi umani che, nell'Italia del dopoguerra o in quella del boom economico, cercavano di affermarsi senza guardar tanto per il sottile.

E Renzi fa altrettanto. Un arrampicatore sociale, mosso da un'insaziabile sete di affermazione supportata da una corrispondente e sempre maggiore arroganza, che adesso è ancora più evidente perché il presidente segretario sta disperatamente cercando di mantenere ciò che ha volutamente e faticosamente raggiunto: il potere.

Ieri, in un comizio tenuto alla Festa dell'Unità di Bosco Albergati, nel modenese, tra le numerose affermazioni da lui fatte vi è stata anche questa: «Se il referendum passa, pensate che bello mettere i 500 milioni risparmiati sui costi della politica sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno».

Come non rimanere scandalizzati e imbufaliti da affermazioni simili? Solo pensando ai 300 e passa milioni di euro da lui spesi per regalarsi quello che è stato definito Air Force Renzi, vien voglia di rimboccarsi le maniche per far presente ad un personaggio simile la realtà dei fatti.


Adesso per costringere la gente a votare Sì al referendum confermativo sulla nuova Costituzione usa pure l'arma del ricatto. Volete la legge per i poverelli? Allora votate Sì, perché solo abolendo il Senato posso trovare i soldi. Curioso, invece, ma nessuno lo ha fatto notare, come li abbia potuti trovare per regalarsi il nuovo aereo con cui è andato a fare una vacanza con la famiglia per l'apertura dei Giochi Olimpici.

E di occasioni per far parlar male di sé Renzi ne offre a iosa. Così nella sua ultima enews dell'8 agosto, tra i vari argomenti autocelebrativi include anche quello del Jobs Act: «I dati sul JobsAct segnano un risultato impressionante: da quando il Governo è in carica abbiamo – secondo i dati Istat, non secondo me – qualcosa come 599.000 nuovi posti di lavoro».

Qualche anima misericordiosa vuol ricordare a questo impreparatissimo o bugiardissimo presidente del Consiglio che Occupati e Posti di lavoro sono due valori completamente diversi e che l'Istat, che lui cita, parla di occupati e non di posti di lavoro? E qualcuno vuol ricordargli che il Jobs Act è entrato in vigore da gennaio 2015 e non da febbraio 2014?

Renzi cerca di adattare o riadattare la realtà alle convenienze del momento. Adesso,  avendo molti dubbi sul modo in cui ha approcciato il referendum costituzionale, cerca di ridisegnare la realtà dicendo che  «questa riforma ha un nome e cognome, Giorgio Napolitano. Ma soprattutto [...] questa riforma è la riforma degli italiani».

Ma dato che Renzi non ha limiti alla sua incontinenza verbale ha pure avuto il coraggio di aggiungere: «Ma ora bisogna semplicemente dire la verità sul merito della riforma. La strategia sul referendum è semplice: dire la verità. La verità gli fa male. Lo sai».

Chi siano quelli definiti con il pronome "gli" non è dato di sapere. Pertanto, includiamo tutti coloro che sono contrari alla riforma. Bene queste persone, da mesi, sono disponibili ad un confronto sul merito degli articoli della riforma Costituzionale e su cosa, alla prova dei fatti, saranno in grado di causare nelle istituzioni del Paese e nel funzionamento del Parlamento. Queste "verità", nonostante tutti i proclami finora fatti, non sono mai state dette... neppure una volta!

E quant'altro sarebbe ancora possibile dire di Renzi e del suo modo di essere... indecente.