Questo è quanto ha dichiarto oggi il portavoce UNICEF Italia, Andrea Iacomini, in merito alla necessità di tutela dei minori presenti in Siria: «Con l’intensificarsi delle operazioni militari nelle aree di Aleppo, Damasco rurale, Homs rurale, Idleb, Raqqa e Deir ez Zor la crisi umanitaria in Siria non accenna a migliorare anzi è spesso ostacolata dai combattimenti.

Pensavamo che con l’evacuazione da alcune zone a rischio la popolazione sarebbe stata al sicuro ma non è affatto così: basti pensare che il solo intervento militare nella zona di Raqqa ha prodotto oltre 10.000 sfollati e 175.000 bambini a rischio per le difficili condizioni igienico sanitarie e alimentari al netto dei centinaia di morti, tanti sono bambini dell'ultimo anno in Siria e degli oltre 300 bambini reclutati come  soldato colpisce il fatto che nella regione 7 milioni di bambini vivono in povertà ed oggi risultano ancora più vulnerabili a causa delle rigide temperature.

Nonostante i grandi sforzi delle organizzazioni umanitarie è ancora molto difficile raggiungere la popolazione che vive nelle zone assediate. In Siria infatti abbiamo 1/3 degli ospedali fuori uso e il 70% della popolazione senza accesso all’acqua, di cui 1 milione con poco cibo e medicine.

L’UNICEF ha risposto a questo grande bisogno portando acqua a 15 milioni di persone sfollate, vaccinando i bambini contro la polio, intervenendo contro la malnutrizione e la povertà ma è impensabile risolvere l’emergenza umanitaria se le parti del conflitto continuano a combattere senza alcun rispetto dei civili da quasi sei anni.»