È in discussione al Senato la legge di bilancio 2017. Dopo l'annuncio delle dimissioni del Governo da parte di Matteo Renzi, in seguito alla sua disastrosa sconfitta elettorale nel referendum confermativo del nuovo testo costituzionale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha imposto al premier di concludere prima il percorso della legge di bilancio con la sua approvazione.

Oggi, per dar seguito all'imposizione di Mattarella, il Governo ha chiesto la fiducia al Senato sul testo approvato alla Camera. In tal modo, dal punto di vista burocratico, la forma sarà salvata e si potrà dare il via alle consultazioni per la formazione di un nuovo Governo, qualunque esso sia, qualunque siano le sue finalità.

Il problema, però, rimane in relazione alla sostanza della legge di bilancio. Tante sono state le promesse elettorali di Renzi, senza parlare del nuovo contratto degli statali, che le coperture già insufficienti in fase di presentazione della manovra alla Camera si sono allargate diventando al Senato delle vere e proprie voragini.

Questa ennesima fiducia, nel caso venga votata, licenzierà un provvedimento del tutto ipocrita che verrà subito bocciato dalla Commissione UE. Bocciatura peraltro già anticipata durante l'ultima riunione dell'Eurogruppo ad inizio settimana.

Quindi, il Governo che succederà a quello Renzi, qualunque sia la sua composizione e qualunque sia il suo scopo, si troverà subito alle prese con la necessità di trovare coperture per, minimo, 7/10 miliardi di euro!

E come farà quel Governo che, qualunque sia la sua durata avrà il compito di portare l'Italia al voto, a trovare il coraggio di assumersi la responsabilità di interventi di correzione al bilancio che potranno esser licenziati solo con l'aumento delle imposte? Quali saranno le forze politiche che vorranno esporsi a manovre impopolari alla vigilia del voto?

È un interrogativo di non poco conto che influenzerà e non poco la composizione e le finalità del nuovo Governo, senza dimenticare che, se si dovesse andare al voto, il problema si riproporrebbe anche come tema della campagna elettorale.

Questa situazione è l'esempio, se mai ce ne fosse stato bisogno, dell'approssimazione delle capacità di Governo di Renzi, delle sue improvvisazioni, della sua mancanza di strategie e dell'inadeguatgezza del mondo dell'informazione italiano che ha chiuso gli occhi e permesso, senza esercitare la sua normale azione critica, che si creasse una situazione simile che, oltre ad essere paradossale, è soprattutto disastrosa.

Adesso, solo adesso, quelli che prima si piegavano faccia a terra al passaggio di Renzi e degli altri del cosiddetto giglio magico non salutano più la ministra Boschi al Senato e descrivono Renzi e i suoi collaboratori, che prima erano definiti statisti, come quattro amici al bar, gentaglia senz'arte né parte.

Che dire. Finalmente hanno aperto gli occhi pure loro. Ma il disastro che pure questi servi sciocchi hanno contribuito a far sì che si verificasse non può esser dimenticato girando pagina.

Pertanto, che ognuno cominci a trarre le conseguenze del proprio operato e, dignitosamente, si faccia da parte, perché tanto, prima o poi, andremo di nuovo a votare e certe scelte e certe dichiarazioni non possono essere cancellate con un semplice voltafaccia!

Per la cronaca, la fiducia alla legge di bilancio  è stata approvata con i seguenti numeri:  senatori presenti 282, votanti 281, maggioranza 141, favorevoli 173, contrari 108.

Al voto non hanno partecipato molti senatori del Nuovo Centro Destra e di ALA, il gruppo dei verdiniani.