Non essendo ancora ripresa l'attività parlamentare e, per tale motivo, essendo in vacanza i principali esponenti dei vari partiti così da non poter esprimere il solito parere (quasi sempre inutile) sull'argomento di giornata, l'unico a tener banco sui media è il blog di Beppe Grillo e, di conseguenza, il Movimento 5 Stelle.

E considerando i tortuosi percorsi mediatici, oltre che mentali, di solito intrapresi dal comico genovese per arrivare a definire in modo ragionevole alcune delle problematiche (spesso banali) relative allo statuto del movimento, la pubblicazione di un post sul blog ufficiale finisce per diventare  un evento meritevole della prima pagina dei giornali e dell'apertura dei tg, oltre che argomento di discussione all'ordine del giorno.

Il post odierno del blog di Grillo riguarda il nuovo codice etico del movimento, confermato dal voto online quasi unanime degli iscritti, per ribadire che quella approvata ieri non è una svolta garantista, come falsamente sostengono i giornali  con la pubblicazione di una nuova ennesima notizia classificabile come bufala!

Inutile descrivere la polemica, l'ennesima, sull'argomento. Quello che vale la pena sottolineare è come sia possibile che provocazioni, boutade e persino battute vengano acquisite come attendibili e credibili e su di esse si possano aprire dei dibattiti!

Ad esempio, ieri, Grillo ha pubblicato un post in cui indicava in un tribunale popolare l'organo istituzionale con cui il Movimento 5 Stelle avrebbe giudicato l'operato di giornali e tv, vera ed unica fonte di produzione, distribuzione e promozione di notizie false.

Risultato? Il sindacato dei giornalisti italiani (FNSI), con una dichiarazione del segretario Lorusso e del presidente Giulietti, ha risposto in questi termini: «Vorremmo rassicurare Beppe Grillo. Se fosse approvata la sua proposta l’Italia non occuperebbe più il 77°, ma il 154° posto nella classifica sulla libertà di stampa nel mondo!

Quello che Grillo fa finta di non capire, lanciandosi in un linciaggio mediatico di stampo qualunquista contro tutti i giornalisti, è che sono le minacce e le intimidazioni, come quelle che lui velatamente lascia trasparire, a far precipitare il Paese nelle classifiche internazionali.

Sarebbe molto più opportuno utilizzasse invece le proprie energie per impegnarsi affinché in Parlamento venga rapidamente abrogato il carcere per i giornalisti e approvata una norma che scoraggi il fenomeno delle querele temerarie.»

Ma siamo sicuri che tutto ciò che dice Grillo, così come anche altri personaggi del mondo della politica, sia sempre degno di essere commentato e, prima di tutto, di essere preso sul serio? Forse, Giulietti e Lorusso avrebbero dovuto interrogarsi e rikspondersi anche su tale argomento.