Nella serata di ieri gli agenti del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento hanno proceduto all’abbattimento dell’orsa KJ2 in attuazione dell’ordinanza emessa dal presidente della Provincia per garantire la sicurezza delle persone.

Ciò è stato possibile grazie alle precedenti attività di identificazione genetica e successiva cattura e radiocollarizzazione ai fini della riconoscibilità dell’animale. Il documentato indice di pericolosità dell’esemplare, culminato nel ferimento di due persone, ha richiesto l’attuazione dell’ordinanza nel più breve tempo possibile.

Sempre in funzione della prioritaria sicurezza delle persone continueranno in maniera intensiva tutte le attività condotte per ridurre il rischio di incidenti (informazione, comunicazione, prevenzione, monitoraggio e presenza sul territorio).

 

Con il comunicato sopra riportato la Provincia autonoma di Trento ha confermato di aver provveduto a dar seguito all'ordinanza del 24 luglio scorso che prevedeva, però, anche la possibilità di cattura dell'animale. Evidentemente, tale possibilità era solo una scusa, dato che nel comunicato rilasciato dalla PAT non se ne è neppure fatto cenno.

Inoltre, va anche ricordato che l'ordinanza emessa dalla Provincia di Trento non è seguita neppure ad una minima inchiesta che verificasse con certezza quanto fosse realmente accaduto e se l'attacco dell'orsa potesse o meno essere stato motivato da una qualche ragione come, ad esempio, la possibilità di difendere i cuccioli o il non aver seguito le indicazioni di come comportarsi quando si è faccia a faccia con un orso.

Da sottolineare che gli orsi presenti in Trentino in seguito al progetto di ripopolamento dell'orso bruno nelle Alpi italiane supportato dall'Unione Europea non sono aggressivi e non "cercano" l'uomo, al contrario ne stanno alla larga. Le regole comportamentali suggeriscono, infatti, a chiunque si trovi a fare un'escursione in una zona frequentata dagli orsi di far rumore e parlare. Questo è sufficiente a tenerli lontani.

Ormai non dovrebbe più meravigliare il fatto di prendere coscienza che le decisioni politiche non siano guidate dalla razionalità, ma dalla necessità di servire la pancia dell'elettore e di fare, all'occasione, la cosa che dall'elettore sia ritenuta più ovvia, al di là che sia giusta o meno.

Inutile, pertanto, il ricorso tentato dall'OIPA presso il TAR per fermare l'ordinanza della PAT. OIPA che però ha rilasciato il seguente comunicato, a firma di Alessandra Ferrari, a commento di quanto accaduto. 

 

A pochi giorni dal ricorso al TAR presentato contro l'ordinanza di cattura di KJ2, gli incaricati dalla Provincia Autonoma di Trento hanno trovato l'orsa, definita pericolosa senza nessun riscontro oggettivo, e l'hanno abbattuta. Inutile dire quanto ci possiamo sentire sgomenti e frustrati di fronte alla seconda morte di un orso senza nessuna colpa a causa dell'incapacità e inadeguatezza di un ente pubblico che ha ricevuto ingenti finanziamenti europei per salvaguardare i plantigradi, ma non fa altro che rendersi responsabile della loro morte (KJ2 è il quarto orso abbattuto) e dichiarare che tali decisioni sono avallate da esperti mondiali, senza tuttavia menzionarli.

L'OIPA presenterà nelle prossime ore un'istanza di accesso agli atti per conoscere le motivazioni che hanno portato all'abbattimento senza passare per la cattura, oltre che una denuncia per uccisione di animale contro i responsabili. Il ricorso al TAR proseguirà inoltre nell'iter stabilito con l'obiettivo di dichiarare l'ordinanza illegittima, creando quindi un importante precedente per contrastare eventuali future ordinanze analoghe.

Non solo: la battaglia per la tutela degli orsi trentini non si ferma e la porteremo a livello europeo affinché la Provincia di Trento risponda delle sue scellerate decisioni davanti a chi ha ideato e finanziato il progetto Life Ursus.