"A seguito delle dismissioni del Governo Renzi, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avviato le consultazioni al Palazzo del Quirinale. Nella prima giornata il Capo dello Stato ha incontrato il Presidente del Senato della Repubblica, Sen. Pietro Grasso, la Presidente della Camera dei Deputati, On. Laura Boldrini e il Presidente Emerito della Repubblica, Senatore di diritto e a vita, Giorgio Napolitano. Le consultazioni proseguono venerdì 9 dicembre e sabato 10 dicembre."

Quello precedcente è il testo del comunicato diffuso dalla presidenza della Repubblica con cui si annuncia il calendario che, dopo avergli consentito di ricevere gli input dalle forze politiche, porterà Sergio Mattarella a prendere una decisione sulla composizione del nuovo Governo... se nuovo Governo ci sarà.

Inutile ripetere gli scenari in campo e di chi siano le responsabilità di questa situazione. Quello che rimane, pertanto, è immaginare quali saranno le decisioni di Mattarella.

Come dimostrano le prime dichiarazioni dei partiti la cui rappresentanza in Parlamento è costituita solo da pochi eletti ma che, nonostante l'impostazione maggioritaria della legge elettorale, sono risultati determinanti nella composizione dei governi sia di destra che di sinistra (ammesso che quello di Renzi possa essere associato a tale area), vi sono forze politiche - come ad esempio l'UDC - che spingono verso un governo di larghe intese che, con tutta la calma di questo mondo, possa farsi carico delle contingenze del paese e di una nuova legge elettorale, che comprenda anche il Senato, di carattere proporzionale e non più maggioritario.

In questi giorni, i retroscenisti della politica che vivono di indiscrezioni e fantasie, più o meno alla stregua di quanto accade durante i lunghi mesi di calciomercato dove, falsamente e ad arte, viene fatto credere che alcuni giocatori siano contesi da decine di squadre, hanno sciolto le briglie alla loro immaginazione anticipando il profilo dei nuovi premier e dei responsabili di chi, all'interno del PD in particolare, abbia iniziato una resa dei conti che ha come finalità la poltrona di segretario e|o quella di premier.

E sempre secondo costoro, per quanto riguarda Sergio Mattarella, la sua intenzione sarebbe quella di procrastinare l'ormai ineluttabile data per le politiche il più in là possibile. E quando si dovrebbe votare? Non prima di sei mesi.

Quello però di cui nessuno parla e che nessuno prende in considerazione, almeno sui media, è un problema non di poco conto e che pesa - nella migliore delle ipotesi(!) - dai 7 ai 10 miliardi di euro, che corrispondono al buco che il governo Renzi ha lasciato in eredità con l'ultima manovra finanziaria.

Ma quale può essere un governo di larghe intese, in prossimità del voto politico, che possa assumersi la responsabilità di sistemare i danni prodotti da Renzi? Eppure dovrebbe essere questo il nodo principale. Lo stesso Renzi non vuole assumersi la responsabilità delle conseguenze delle sue promesse elettorali. Perché dovrebbero farlo Forza Italia, la Lega o il Movimento 5 Stelle?

E perché poi per fare da zero una nuova legge elettorale per Camera e Senato ci deve essere la necessità di avere il parere della Consulta? Ormai tutti dicono che bisogna attendere fine gennaio ed oltre perché La Corte costituzionale possa far conoscere il suo giudizio sull'Italicum. A pochi giorni dal referendum, il PD aveva siglato un documento per la modifica dell'Italicum e allora perché non procedere su tale strada in modo da votare il prima possibile?

Questa ipotesi, più che tramontata sembra che addirittura neppure sia mai esistita. Eppure, entro metà gennaio, se non prima, potrebbe essere licenziato un nuovo sistema elettorale con elezioni entro febbraio. Ma tutto è legato alle necessità di Matteo Renzi che aveva promesso di dimettersi  dalla politica nel caso il nuovo testo costituzionale non fosse stato approvato ed invece si è dimesso solo dalle sue responsabilità di governo, sapendo che non avrebbe potuto far fronte a quanto promesso in campagna elettorale.

Mattarella potrà spingere per un Governo che possa continuare la legislatura almeno per votare in estate. Ma, considerate le decisioni di carattere economico che si vedrà costretto a fronteggiare, il nuovo Governo si scioglierebbe come neve al sole alle prime difficoltà che verrebbero subito rappresentate dalla Commissione Europea. In pratica, sarebbe una inutile perdita di tempo.

Quindi, non resta che sperare in una illuminazione di Mattarella, affinché il Governo attuale od uno di scopo faccia una legge elettorale coerente per Camera e Senato e tutti al voto, il prima possibile.