Oggi, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Istat, Inps e Inail hanno diffuso la prima Nota trimestrale congiunta relativa ai dati sull'occupazione, nell'intento di "produrre informazioni armonizzate, complementari e coerenti".

Quattro istituzioni che si occupano di lavoro, per la prima volta, pubblicano dei dati dopo averli redatti e analizzati concordemente. Da capire, se questo potrà essere un vantaggio per quanto riguarda la valutazione dei dati oppure, semplicemente, un modo per poterli "aggiustare" a seconda delle convenienze del governo di turno.

Questa prima nota è relativa al terzo trimestre del 2016. La valutazione di carattere generale  indica che "il livello complessivo dell’occupazione è cresciuto ancora su base annua e si è sostanzialmente stabilizzato a livello congiunturale."

Questo è l'elenco delle valutazioni riassuntive così come sono state espresse nel documento:

La crescita tendenziale dell’occupazione è stata interamente determinata dalla componente del lavoro dipendente, sia in termini di occupati complessivi (+1,8% Istat-Forze di lavoro) sia di posizioni lavorative riferite specificamente ai settori dell’industria e dei servizi (+3,2% Istat-Oros). L’andamento tendenziale trova conferma sia nei dati relativi alle Comunicazioni obbligatorie (Ministero del lavoro e delle politiche sociali - CO) rielaborate3 (+543 mila nella media del terzo trimestre 2016 rispetto al terzo trimestre 2015) sia nei dati dell’Inps-Osservatorio sul precariato riferiti alle sole imprese private (+473 mila posizioni lavorative al 30 settembre 2016 rispetto al 30 settembre 2015).    

La sostanziale stabilità congiunturale dell’occupazione totale è sintesi di una crescita del lavoro dipendente (+66 mila occupati, Istat-Forze di lavoro per il complesso dei settori e +77 mila posizioni lavorative per i settori dell’industria e dei servizi, Istat-Oros) e della contestuale riduzione dell’occupazione indipendente (-1,5%, pari a -80 mila occupati, Istat-Forze di lavoro), che è tornata a calare anche sotto il profilo tendenziale (-1,4%, Istat-Forze di lavoro).

L'incremento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti è confermato dai dati destagionalizzati delle Comunicazioni obbligatorie rielaborate: nel terzo trimestre 2016 si sono avute 2,1 milioni di attivazioni a fronte di poco più di 2 milioni di cessazioni, che determinano un saldo positivo (attivazioni meno cessazioni) di 93 mila posizioni di lavoro, dopo la crescita di 48 mila posizioni nel secondo trimestre 2016 e di 257 mila nel primo trimestre.   

Con riferimento alla tipologia contrattuale, l’aumento congiunturale delle posizioni lavorative dipendenti rilevato nel terzo trimestre sulla base delle CO rielaborate è frutto di 83 mila posizioni a tempo determinato e di 10 mila posizioni a tempo indeterminato. In particolare, le posizioni di lavoro a tempo determinato sono tornate a crescere dopo il ridimensionamento del secondo trimestre 2016.  

La crescita tendenziale è invece quasi interamente ascrivibile all’incremento delle posizioni lavorative a tempo indeterminato, come evidenziato dai dati sia delle CO rielaborate (+489 mila) sia dell’Inps (+457 mila). Tale incremento, particolarmente significativo e concentrato nei trimestri a cavallo tra il 2015 e il 2016, come documentato dalla dinamica sia tendenziale sia congiunturale, è stato tale da indurre duraturi effetti di trascinamento anche nei trimestri successivi.   

La dinamica del mercato del lavoro è caratterizzata anche da una consistente riduzione tendenziale dell’inattività (-528 mila persone), associata all’incremento degli occupati (+239 mila) e delle persone in cerca di lavoro (+132 mila) ma anche alla riduzione complessiva di individui nella fascia di età 1564 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione.  

Nei primi 9 mesi del 2016 i voucher venduti sono stati 109,5 milioni, il 34,6% in più rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. I voucher riscossi per attività svolte nel 2015 (quasi 88 milioni) corrispondono a circa 47 mila lavoratori annui full-time e rappresentano solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia. Il numero mediano di voucher riscossi dal singolo lavoratore che ne ha usufruito è 29 nell’anno 2015: ciò significa che il 50% dei prestatori di lavoro accessorio ha riscosso voucher per (al massimo) 217,50 euro netti.

Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail nel terzo trimestre del 2016 sono stati 137 mila (di cui 118 mila in occasione di lavoro e 19 mila in itinere) in aumento dell’1,1% (+1,5 mila denunce) rispetto al terzo trimestre del 2015. Tale incremento è in linea con la crescita dell’occupazione (e quindi dell’esposizione al rischio infortunistico) registrata in termini tendenziali da tutte le fonti.

I giudizi espressi sono tendenti ad un certo ottimismo, anche se alcune valutazioni date per positive si riferiscono a considerazioni non relative all'ultimo trimestre come nel caso della crescita tendenziale delle posizioni lavorative a tempo indeterminato. Mancano inoltre delle valutazioni che possano spiegare la crescita esponenziale dell'utilizzo dei voucher che mal si adatta ad una tendenza di crescita soddisfacente del lavoro dipendente. Inoltre, nei giudizi che parlano dei dati annuali nel suo complesso non si dà peso al raffronto sull'andamento dei dati con i trimestri precedenti.

Come accade in questi casi, da parte del governo e delle forze che lo sostengono si guarderà al solo bicchiere mezzo pieno e non si darà peso alla stabilizzazione dell'occupazione in base ai rilevamenti più recenti. 

La Nota trimestrale congiunta (per una lettura completa di questa del terzo trimestre può utilizzare il seguente link) sarà regolarmente diffusa l'ultima settimana dei mesi di marzo, giugno, settembre, dicembre 2017. Nella seconda metà del 2017 sarà invece pubblicato il primo Rapporto Annuale sul mercato del Lavoro.