In base all'ultimo rilevamento Istat, il numero degli occupati a dicembre 2016 è sostanzialmente invariato rispetto al precedente mese di novembre. Sostanzialmente, da maggio dello scorso anno, il numero degli occupati è rimasto stabile.

In valori assoluti, il numero di occupati nel 2016 è pari a 22.783.000 di cui oltre 17 milioni sono lavoratori dipendenti, mentre oltre 5 milioni sono gli indipendenti. Tra i lavoratori dipendenti quasi 15 milioni sono i permanenti, mentre 2,5 milioni sono quelli a termine.

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni è in diminuzione nell'ultimo mese (-0,1%, pari a -15 mila). Il calo interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di inattività è stabile al 34,8%.

Nel periodo ottobre-dicembre alla sostanziale stabilità degli occupati corrisponde la crescita dei disoccupati (+2,6%, pari a +78 mila) e il calo delle persone inattive (-0,6%, pari a -78 mila).

Rispetto allo scorso anno, la percentuale dei lavoratori dipendenti è aumentata dell'1,6%. Per i permanenti la variazione sull'anno è stata dello 0,8%, mentre per i la voratori a termine, l'aumento è del 6,6%. In leggero calo sono i lavoratori indipendenti con il -0,4%.

Nonostante l'ottimismo del Governo e dei principali esponenti del partito di maggioranza che lo sostiene, la crescita dell'occupazione si è stabilizzata negli ultimi sei mesi. L'unico aspetto positivo, è il leggero aumento del numero dei disoccupati che corrisponde ad una certa fiducia degli italiani nel cercare un'occupazione.

Finiti gli incentivi, il Jobs Act ha dimostrato che la tanto celebrata riforma del lavoro ha principalmente contribuito a trasformare in permanenti un certo numero di lavoratori a termine. Il problema, però, è capire quanti di quei lavoratori alla scadenza del periodo di prova di tre anni saranno confermati!