Pochissime sono le donne cha hanno segnato la storia medioevale e che hanno avuto un ruolo di rilievo nella Chiesa Cattolica. Una di queste è sicuramente Matilde di Canossa, donna carismatica che lasciò un’impronta tutt’oggi indelebile sul territorio in cui visse, l’appennino reggiano, dove moltissime sono le tracce lasciate dal suo passaggio: pievi castelli, chiese. Le cronache ci dicono che nacque nel 1046, figlia di Bonifacio di Canossa e Beatrice di Lorena. Alla morte del padre ereditò i vasti possedimenti paterni estendendo così il suo dominio su un territorio vastissimo, di cui facevano parte la maggioranza della pianura emiliana e veronese, la Tuscia toscana e laziale, nonché l’appennino reggiano. Archiviate le brevi nozze con Goffredo il Gobbo, Matilde assume un ruolo di primo piano nella lotta tra l’impero ed il papato, schierandosi apertamente a favore di quest’ultimo. In seguito alla scomunica inflitta all’imperatore Enrico IV, poiché cugina di quest’ultimo, Matilde farà da mediatrice per risanare la rottura, tanto che proprio al suo castello di Canossa, dove veniva ospitato papa Gregorio VII, si recò l’imperatore per cospargersi il capo di cenere e, dopo giorni di umiliante attesa sotto la neve, fuori dal castello, ricevere il perdono papale. A testimonianza dell’intensa religiosità di Matilde, le moltissime pievi, mote tutt’oggi intatte seppur modificate nell’arco dei secoli successivi, costellano i territori che furono di sua proprietà. Caratterizzano poi i suoi possedimenti, moltissimi castelli che erano costruiti per costituire una tripla cerchia concentrica a protezione dei possedimenti matildici e del suo castello.
Dopo il 1077, l’apparente pace tra impero e papato, cessò e Matilde si trovò vittima della reazione di Enrico IV, che le tolse i territori che le erano stati concessi per investitura imperiale. Questa mossa provocò l’insurrezione di città quali Mantova, Lucca, Modena e Parma. Solo con la successiva ascesa al soglio imperiale di Enrico V i territori sottratti tornarono in suo pieno possesso. I rapporti tra Matilde e il neo imperatore, così come quelli tra l’impero e il papato, si andavano riappianando e sarebbero poi stati sanciti nel concordato di Worms. Da qui in poi, Matilde preferì però lasciare la scena pubblica e si ritirò a vita più isolata a San Benedetto Polirone, dove nel 1115 morì, forse a causa della gotta. Dal 1635 giace nella basilica di San Pietro, nella tomba scolpita per lei dal grande Bernini.