«Facendo seguito alla comunicazione di questa mattina, il Consiglio di Amministrazione di Banca Carige, appena concluso, ha preso atto di quanto comunicato dall’Amministratore Delegato Paolo Fiorentino in merito ai progressi nel dialogo con gli azionisti di riferimento, con gli investitori istituzionali e con le banche del consorzio di garanzia.

Al momento, gli impegni sottoscritti ricevuti dalla Banca ammontano all’11,75% del capitale sociale, oltre a quanto comunicato nel pomeriggio dalla Malacalza Investimenti S.r.l. che ha dichiarato di "confermare ancora la propria attitudine di sostegno nell'interesse della Banca del territorio e dell'azionariato tutto".

Malacalza Investimenti S.r.l. ha altresì dichiarato di "aver presentato istanza all'autorità di vigilanza già dal 26 ottobre 2017 per essere autorizzata a incrementare la propria partecipazione nella Banca sino alla quota pari al 28% del capitale sociale della medesima".

Sono in fase di finalizzazione ulteriori impegni. Nel corso della giornata, il top management di Banca Carige ha continuato a lavorare, cosa che farà anche domani, per determinare la finalizzazione del consorzio di garanzia, condizione questa imprescindibile per la realizzazione dell'operazione.»

Questo è quanto riporta il comunicato di Carige diffuso nella tarda serata di giovedì. Da quel che è possibile capire, il completamento dell'operazione è convincere coloro che - soprattutto banche - avevano dato la propria disponibilità all'operazione.

L'attuale assetto societario vede la Malacalza Investimenti come principale azionista con circa il 17,6% delle azioni. L'altra quota più iimportante è nelle mani della Compania Financiera Lonestar e, pertanto, di Gabriele Volpi, il miliardario ligure che ha creato il suo impero nel settore della logistica a supporto delle aziende petrolifere, operando soprattutto in Nigeria.

Dal 2013 ad oggi, Carige ha quasi azzerato il proprio valore di capitalizzazione che era pari a 4 miliardi e adesso vale poco più di un centinaio di milioni di euro! Oltre a questo, va detto che la Banca ha "già bruciato" ben due aumenti di capitale: uno da 800 milioni nel 2013 ed uno da 850 milioni nel 2015. Quindi, non è del tutto immotivata la cautela da parte di alcuni investitori nell'impegnarsi a dover garantire ulteriori 560 milioni.

Anche se la Bce ha dato tempo entro dicembre per varare l'aumento, sembra che il Mef, tanto per non ripetere l'esperienza Mps, abbia indicato una deadline molto più ravvicinata. Borsa Italiana ha sospeso la contrattazione per i titoli Carige anche per questo venerdì.