La bandiera della Gran Bretagna sventola sulle spiagge di quasi tutta la costa della riviera ligure, da levante a ponente. L'Union Jack è diventata il simbolo della protesta dei concessionari delle spiagge, minacciati dalla concorrenza internazionale.

Il significato simbolico, con il riferimento alla Brexit, è molto evidente. I gestori degli stabilimenti balneari, in rivolta contro i "tecnocrati di Bruxelless", lo dicono chiaramente: "Siamo tutti inglesi."

La protesta è stata innescata da un pronunciamento della Corte di Giustizia europea che, poche settimana fa, ha considerato illegittima la proroga delle concessioni demaniali (le spiaggie, proprietà dello stato, fanno parte del demanio) fino al 2020.

Il provvedimento del governo italiano era, del resto, in palese contrasto con la normativa dell'Unione Europea, approvata fra l'altro anche dall'Italia, che impone l'obbligo di indire gare internazionali per l'assegnazione delle concessioni.

Si viene, così, a creare un contesto completamente nuovo per gli attuali gestori, che con le vecchie norme avevano prelazione assoluta sul rinnovo della concessione, che, in pratica, avveniva in modo quasi automatico.

E, del resto, quelle svolte sulle spiagge italiane sono attività imprenditoriali tramandate all'interno di una stessa famiglia, da generazioni.

Si tratta di un settore economicamente significativo, dal momento che nella sola Liguria si parla di un fatturato complessivo di 700 milioni di euro, con circa 1500 impresse che danno lavoro a 5000 persone.

La presenza dell'Union Jack ha destato qualche perplessità fra i bagnanti, molti dei quali, però, una volta conosciuto il motivo della protesta, non hanno mancato di esprimere la loro solidarietà ai proprietari delle spiagge.