Molti viaggiatori che in questi giorni avevano scelto per i loro spostamenti la compagnia aerea low-cost irlandese Ryanair adesso sono nel dubbio se potranno o meno partire e, nel caso dovessero rientrare, si chiedono se potranno o meno farlo... o perlomeno quando.

Secondo quanto ha ribadito in una conferenza organizzata all'inizio di questa settimana il direttore generale di Ryanair Michael O'Leary, la decisione di Ryanair di annullare fino a 50 voli giornalieri per le prossime sei settimane (fino alla fine di ottobre) è dovuto ad un problema di cattiva organizzazione interna da parte della stessa compagnia in relazione a ferie e malattie del personale, oltre a scioperi negli aeroporti e a cattive condizioni atmosferiche.

Questo ha causato una serie di ritardi negli arrivi e partenze dei propri voli, tali da esser giudicati inaccettabili per i propri standard dalla stessa Ryanair. Così, prima di volare con una mezz'ora di ritardo, Michael O'Leary ci vuol far credere che ha deciso di far rimanere a terra una parte degli aerei.

Ma qualcuno ipotizza che Ryanair sia invece costretta a lasciare a terra i propri aerei perché non avrebbe sufficienti piloti per farli decollare.

O'Leary smentisce in parte questa tesi affermando che nel periodo di maggior traffico durante l'estate i voli sono stati effettuati regolarmente.

Però, solamente Norwegian Air ha dichiarato di aver assunto quest'anno più di 140 piloti Ryanair, mentre O'Leary ha detto di averne persi complessivamente meno di 100 su un totale di 4.200.

Il peso del successo delle compagnie aeree low cost è distribuito in parte sui passeggeri che devono rinunciare ad alcuni benefit durante il viaggio e in parte sul personale di bordo. Visto che i piloti svolgono comunque un lavoro altamente qualificato non è illogico pensare che se ne vadano da altre parti nel caso venga promesso loro uno stipendio più allettante.

E gli enormi disagi che Ryanair sta causando ai propri clienti possono trovare, con questa motivazione, una più logica spiegazione. In fondo, anche lo stesso O'Leary ha ammesso che annullare voli verso e da destinazioni come Barcellona, Bruxelles, Lisbona, Madrid, Milano e Roma causerà alla compagnia un danno di immagine che di certo non l'aiuterà nelle prenotazioni future.

I clienti Ryanair, a loro scelta, potranno essere dirottati su altri voli o chiedere il rimborso per la mancata partenza. La compagnia irlandese, a questo proposito, avrebbe preventivato 20 milioni di euro la cifra per i risarcimenti (rimborso del biglietto e compensazione), a cui dovranno essere aggiunti altri 5 milioni come ricaduta sulle prenotazioni future. Cifra che, secondo molti analisti, è probabilmente sottostimata.

Nel frattempo, un portavoce della Commissione europea ha affermato, pur non commentando le scelte di Ryanair, che la compagnia dovrà comunque rispettare, in tema di rimborsi, tutte le regole cui le compagnie aeree sono soggette per operare all'interno dell'Unione europea.