Turchia e il dopo golpe: inutile negarlo, sapevamo che sarebbe accaduto. Il governo - deciso a ristabilire l'ordine a tutti i costi -unitamente all'MGK dichiara lo stato di emergenza per tre mesi in tutte le 81 province.

E mentre il Primo Ministro Kurtulmus rilascia dichiarazioni "rassicuranti" tutte volte alla sicurezza e protezione del popolo turco, continuano le purghe di Erdogan, e contestualmente allo stato di emergenza viene sospesa la convenzione europea per i diritti umani per 45 giorni ("Così ha fatto anche la Francia" dichiara sempre Kurtulmus, quasi a dover ostentare una giustificazione plausibile).

I disordini e la tensione in Turchia non si spengono: tra sparatorie, arresti di personaggi noti impegnati nella difesa dei diritti umani, sospensioni di insegnanti, Erdogan invoca la pena di morte e accusa gli Stati Uniti di regia occulta chiedendo la consegna di Gulen, secondo il governo ideatore del golpe.

I partiti dell'opposizione (che si sono dissociati immediatamente da quanto stava accadendo nel Paese) lamentano l'impossibilità per il popolo turco di poter liberamente ed in maniera democratica scegliere e decidere del proprio destino affermando che i turchi "sono stati costretti a scegliere tra un golpe ed il regime - di fatto il golpe si è trasformato in una ulteriore occasione offerta al governo per limitare ancora di più la libertà del popolo".