In fondo, procura una certa dose di nostalgia leggere le frasi retoriche di Matteo Renzi in merito a fatti di cronaca tragici come l'attacco terroristico alla Spagna di qualche giorno fa. Infatti, sembra di tornare ai primi anni delle superiori e ai diari che venivano riempiti con testi di canzoni, aforismi e frasi ad effetto...

Lo stile e la dialettica di Matteo Renzi è rimasta la stessa, quella di un bimbo... cresciuto, imbolsito, invecchiato... ma sempre bimbo, tanto da esser capace di scrivere "No Tinc Por. Gridiamolo anche noi, oggi. Anche se il fiato è spezzato dal dolore. Noi non abbiamo paura. E il nostro amore è più forte del loro odio."

Ma il Renzi odierno, ha conservato anche un'altra caratteristica del Renzi di qualche anno fa (detto il bomba), quella di essere bugiardo. Pertanto, non bisogna stupirci del fatto che mentre nel febbraio del 2016 Renzi diceva ai rappresentanti del proprio partito "Non c'è business o realpolitik che tenga, non è un optional la verità per Giulio", oggi abbia dato il via libera al governo Gentiloni per far tornare l'ambasciatore italiano al Cairo.

La verità per Giulio è forse venuta fuori? No. Ma Renzi, dopo un anno, si è rimangiato quello che aveva promesso. Tanto per non smentirsi. Inutile anche ricordare il ruolo del segretario del PD come manovratore del ministro Gentiloni, tenuto sotto la custodia vigile della sottosegretaria Boschi e del ministro Lotti, specialmente adesso che mancano pochi mesi all'appuntamento elettorale.

Adesso, con il ritorno dell'ambasciatore al Cairo, il caso Regeni è ufficialmente chiuso. Ma non solo è stato chiuso il caso, è anche stato sancito che l'Italia può collaborare e fare affari con un regime antidemocratico, dittatoriale e brutale come quello di al-Sisi. E tutto questo in barba al rispetto per libertà e diritti umani di cui Renzi dice di esser portabandiera.

Ed insieme all'ipocrisia di Renzi possiamo anche aggiungere quella di un altro personaggio che in questo campo non gli è da meno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (d'altra parte voluto in quell'incarico dallo stesso Renzi) che in merito ai fatti di Barcellona ha dichiarato: "I valori di tolleranza e libertà propri dell’Europa democratica sono irrinunciabili e, per difenderli insieme, tutti sono chiamati a impegnarsi per battere l’oscurantismo sanguinario. Nessuno Stato e nessuna singola persona può chiamarsene fuori."

E queste parole, allora, perché non dovrebbero valere anche per Giulio Regeni?