Il colore assunto dalla Fontana di Trevi la sera dello scorso 29 aprile non dovrebbe essere interpretato come quello del sangue cristiano, com’era nelle intenzioni degli organizzatori

riportate dalla stampa

, bensì come quello di qualunque persona uccisa a causa delle proprie convinzioni religiose.

 

Anzi, a voler assumere un’accezione ancora più ampia dovrebbe essere quello di qualunque persona uccisa per la propria identità o per le scelte personali, ivi incluse quindi le vittime dell’odio etnico, politico, di genere e così via.

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