Un nuovo scandalo sta scuotendo il palazzo della Regione e riguarda il suo braccio economico e finanziario: Finlombarda. Gli inquirenti della procura di Milano si stanno concentrando sui rapporti tra alcuni dirigenti della partecipata regionale, nonché della Regione e le società che supportano le imprese nella partecipazione ai bandi di Finlombarda.

L'ipotesi investigativa è che alcuni degli indagati avessero partecipazioni reali o occulte in queste società e che quindi guadagnassero dal successo dei loro clienti nell'ottenere i finanziamenti.

In pratica, un illecito conflitto di interessi, anche economici. Sono indagati, tra gli altri, l'ex direttore generale di Finlombarda Marco Nicolai, l'attuale dg dell'assessorato allo sviluppo economico Danilo Maiocchi, il consigliere di amministrazione della partecipata Marco Flavio Cirillo e il presidente di Confapi Milano Mario Cesaroni.

Al filone dei bandi se ne aggiunge un secondo che riguarda gli accordi stipulati tra la Regione e la Banca Europea degli Investimenti nel 2009 per la concessione di una linea di credito di 200 milioni di euro, a favore di Finlombarda.
Le vicende giudiziarie, peraltro ancora in fase di indagine, le lasciamo a giudici e avvocati.

Ma a noi interessa il fatto politico: è vero o non è vero che sui finanziamenti alle piccole e medie imprese lombarde c'è un meccanismo che permette truffe e corruzione?