Dall'Ufficio Stampa del Palazzo della Consulta, ieri 19 settembre 2016, è stato rilasciato il seguente comunicato dal titolo: "Rinvio a nuovo ruolo delle questioni riguardanti l’Italicum".

La Corte Costituzionale, come spiegato nel testo, era stata chiamata in causa dai Tribunali di Messina e di Torino che avevano sollevato delle questioni di legittimità costituzionale in merito alla legge n.52 del 2015, meglio conosciuta come Italicum, ovvero la nuova legge elettorale che riguarda l'elezione dei soli membri della Camera dei deputati.

La Consulta aveva deciso di discutere sull'argomento il prossimo 4 ottobre. Con il comunicato di ieri, la discussione è stata rimandata a data da destinarsi.

L'interpretazione di quanto accaduto, non certo un fatto canonico, ha due  punti di vista diametralmente opposti.

La prima possibilità è quella che la Consulta non abbia voluto rischiare di essere tirata per la giacca nella questione referendum Sì, referendum No, a seconda della decisione che avrebbe assunto. Infatti, bocciando l'Italicum, i comitati del No avrebbe potuto affermare che le capacità di legiferare di Renzi e del suo Governo sono meno che scarse su leggi peraltro il cui percorso era già stato indicato dalla stessa Corte Costituzionale... figuriamoci allora che disastro possa aver fatto tramite il ddl Boschi sulla riforma della Costituzione, oltre al fatto che una nuova legge discussa prima del referendum, a causa della Consulta, avrebbe acceso ulteriormente il dibattito politico influenzandone il voto. E queste sono solo alcune delle ipotesi associabili ad un atteggiamento di prudenza da parte della Consulta.

L'altra corrente di pensiero è diametralmente opposta. La Consulta si è rifiutata di decidere poiché facendolo e bocciando quanto era stato licenziato dal Governo, ne avrebbe certificato l'incapacità, influenzando peraltro il voto. Insomma, per alcuni, la mancata discussione sarebbe da interpretare nel senso di un favore, e grosso, a Renzi e al suo Governo.

In ogni caso, comunque la si pensi, c'è anche una terza via. Quella che la Consulta abbia agito in senso pilatesco nella speranza che, nel frattempo, come invocato da più parti, il Parlamento rimetta nuovamente le mani su quanto aveva già deliberato e decida di cambiare nuovamente l'Italicum. A quel punto, per la Consulta verrebbero meno i presupposti per dover esprimere un parere in merito.

Ma c'è da considerare anche da tenere in considerazione che, nel frattempo, al referendum costituzionale possa vincere il No e, a quel punto, si porrebbe pure il problema di una legge elettorale da rifare anche per il Senato.

Come ennesimo Governo del fare, quello di Renzi sicuramente, da ciò che si registra, ne è un ulteriore ottimo esempio, anche se bisogna aggiungere che il fare è spesso, se non sempre, accompagnato dalla più assoluta e totale confusione. In questo, Renzi ha pochi rivali. Bisogna essere onesti e dargliene atto.