Il Senato, giovedì 16 febbraio, con 153 voti favorevoli e 99 contrari, ha rinnovato la fiducia al Governo approvando il cosiddetto "mille proroghe" ovvero l'emendamento interamente sostitutivo dell'articolo unico del ddl n. 2630 di conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante proroga e definizione di termini. Adesso, il provvedimento passa all'esame della Camera dei deputati.

Niente di nuovo, pertanto. Eppure questa votazione ha provocato molti disagi in quasi tutte le principali città italiane a partire da mercoledì. A creare tali disagi sono stati i tassisti. E che c'entrano i tassisti con il mille proroghe? È presto detto.

Nel testo omnicomprensivo della qualunque, la senatrice del Partito Democratico Linda Lanzillotta, membro della 10ª Commissione permanente che si occupa di industria, commercio e turismo, ha introdotto, all'Articolo 9, il comma 3 che proroga al 31 dicembre 2017 il termine per l’emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti finalizzato ad impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente.

A che scopo? Quello di definire "gli indirizzi generali per l'attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi."

I tassisti vogliono essere tutelati da Uber e servizi analoghi che loro, con motivazioni difficilmente smentibili, qualificano come concorrenza sleale. Il comma aggiunto nel teso del mille proroghe rimanda ulteriormente una risoluzione del problema che ormai i tassisti, non a torto, ritengono improrogabile. Da qui le proteste che hanno interessato tutta Italia, con maggiori disagi nelle grandi città come Roma, Milano, Torino dove la gente ha avuto e continua ad avere difficoltà a reperire un taxi.

E come biasimare i tassisti che, pena severe sanzioni e pesanti multe, devono far fronte alle richieste di comuni e Stato e, allo stesso tempo, devono avere un concorrente che fa il loro stesso servizio senza sottostare ad alcun vincolo?

Per far terminare la protesta, il Ministero dei Trasporti ha fatto sapere che il 21 febbraio convocherà tutte le sigle sindacali dei tassisti per un incontro.

Da non dimenticare che, mentre nelle strade sono i tassisti a protestare contro Uber, sui social, viceversa, la difesa di Uber è quasi ad oltranza.