Su Repubblica, il giornalista Emiliano Fittipaldi - specializzato in questioni finanziarie e non riguardanti il Vaticano - ha dichiarato di essere venuto in possesso di un documento redatto dalla stessa Santa Sede che indicherebbe in oltre 483 milioni, in lire, la somma "investita" da oltre Tevere nel caso di Emanuela Orlandi per il suo "allontanamento domiciliare".

Emanuela Orlandi, figlia di un dipendente del Vaticano e cittadina dello Stato Vaticano, scomparve il 22 giugno 1983 in circostanze mai chiarite e, nel corso degli anni, grazie all'interessamento della famiglia e di molte inchieste giornalistiche, la vicenda ha assunto l'aspetto di un vero e proprio intrigo che ha messo in relazione servizi segreti, alte sfere del Vaticano ed esponenti della banda della Magliana, organizzazione romana che ha gestito i traffici criminali della capitale fino a metà degli anni '90.

Il documento in possesso di Fittipaldi, sarebbe un riassunto delle spese - ad esso allegate - sostenute dal 1983 al 1997 in merito alla vicenda Orlandi in relazione a quello che viene definito "allontanamento domiciliare" ed inviato dal cardinale Lorenzo Antonetti, allora capo dell'Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica), alla Segreteria di Stato vaticana, all'attenzione di Giovan Battista Re (all'epoca Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato) e Jean-Louis Tauran.


LE SMENTITE DI IERI

Se il documento risultasse vero sarebbe una vera e propria "bomba". Per due ovvi motivi. Il primo in relazione al tipo di spese sostenute e per quale motivo tali spese siano state sostenute in relazione alla sibillina definizione allontanamento domiciliare, che potrebbe avere anche sinistre allusioni.

Il secondo è il fatto che il Vaticano ha sempre negato ufficialmente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda Orlandi. L'ultima smentita ufficiale risale ad una nota dell'allora direttore della Sala Stampa vaticana Federico Lombardi che il 14 aprile 2012, quando il caso Orlandi ritornò sulle prime pagine dei giornali in seguito alla collocazione della tomba di uno dei capi della banda della Magliana in una basilica romana, ebbe a scrivere:

"In conclusione, alla luce delle testimonianze e degli elementi raccolti, desidero affermare con decisione i punti seguenti:

Tutte le Autorità vaticane hanno collaborato con impegno e trasparenza con le Autorità italiane per affrontare la situazione del sequestro nella prima fase e, poi, anche nelle indagini successive.

Non risulta che sia stato nascosto nulla, né che vi siano in Vaticano "segreti" da rivelare sul tema. Continuare ad affermarlo è del tutto ingiustificato, anche perché, lo si ribadisce ancora una volta, tutto il materiale pervenuto in Vaticano è stato consegnato, a suo tempo, al P.M. inquirente e alle Autorità di Polizia; inoltre, il SISDE, la Questura di Roma ed i Carabinieri ebbero accesso diretto alla famiglia Orlandi e alla documentazione utile alle indagini.

Se le Autorità inquirenti italiane – nel quadro dell’inchiesta tuttora in corso – crederanno utile o necessario presentare nuove rogatorie alle Autorità vaticane, possono farlo, in qualunque momento, secondo la prassi abituale e troveranno, come sempre, la collaborazione appropriata.

Infine, poiché la collocazione della tomba di Enrico De Pedis presso la Basilica dell’Apollinare ha continuato e continua ad essere motivo di interrogativi e discussioni – anche a prescindere dal suo eventuale rapporto con la vicenda del sequestro Orlandi - si ribadisce che da parte ecclesiastica non si frappone nessun ostacolo a che la tomba sia ispezionata e che la salma sia tumulata altrove, perché si ristabilisca la giusta serenità, rispondente alla natura di un ambiente sacro."


LE SMENTITE DI OGGI

Dopo la pubblicazione del possibile scoop di Fittipaldi sono iniziate a piovere le smentite. Ha iniziato il cardinale Giovan Battista Re che ha dichiarato di non aver mai visto quel documento e di non aver mai ricevuto alcun rendiconto su spese sostenute dal Vaticano sul caso Orlandi.

Poi è stata la volta dell'attuale direttore della Sala Stampa Vaticana, Greg Burke, che ha definito la documentazione materiale "falsa e ridicola".


Di tutt'altro tenore il commento di chi, in questi anni, si è speso perché sul caso Orlandi si scoprisse finalmente la verità e si chiarissero dubbi e perplessità. Così il fratello di Emanuela, Pietro, ha commentato il nuovo sviluppo su facebook:



Sul documento sono in corso verifiche per accertarne l'autenticità. Nel frattempo, però, è diventato comunque il fulcro di un libro inchiesta, scrtitto dallo stesso Fittipaldi, che si intitola Gli impostori.