Lo spoglio dei voti del primo turno delle elezioni francesi si è concluso nelle prime ore del mattino di lunedì 24 aprile. Questi i risultati definitivi:

Affluenza: 78,7%

Voti ricevuti dai singoli candidati: 

EMMANUEL MACRON
En Marche (centrista, indipendente)
23,8%
8.403.417 AL BALLOTTAGGIO

MARINE LE PEN
Front National (estrema destra)
21,5%
7.608.416 AL BALLOTTAGGIO

FRANÇOIS FILLON
Les Republicains (destra)
19,9%
7.016.116

JEAN-LUC MÉLENCHON
La France insoumise (estrema sinistra)
19,6%
6.926.737

BENOÎT HAMON
Partito socialista (sinistra)
6,4%
2.247.446

NICOLAS DUPONT-AIGNAN
Debout la France (estrema destra sovranista)
4,8%
1.682.212

JEAN LASSALLE
Résistons (centro)
1,2%
431.452

PHILIPPE POUTOU
Nouveau Parti anticapitaliste (estrema sinistra)
1,1%
389.490

FRANÇOIS ASSELINEAU
Union populaire républicaine (destra)
0,9%
325.742

NATHALIE ARTHAUD
Lutte ouvrière (estrema sinistra)
0,6%
230.691

JACQUES CHEMINADE
Solidarité et progrès (destra)
0,2%
65.355

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Aggiornamento alle ore 22.15. Le ultime proiezioni danno il seguente risultato, confermando il ballottaggio tra

Emmanuel Macron : 23,7 %
Marine Le Pen : 21,7 %

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Aggiornamento alle ore 20.45. Il raffronto dei vari exit poll e i primi risultati delle spoglio delle urne danno per sicuri al ballottaggio Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Adesso non resta che vedere le percentuali reali ottenute dai due candidati che si contenderanno la guida della Francia per i prossimi cinque anni.

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Aggiornamento alle ore 20.00. Dopo gli exit poll diffusi durante il tardo pomeriggio dai media belgi che hanno dato Macron in netto vantaggio su Le Pen, Melenchon e Fillon, adesso è la volta dei dati ufficiali "francesi": 

Emmanuel Macron : 23,7 %
Marine Le Pen : 21,7 %
François Fillon : 19,5 %
Jean-Luc Mélenchon : 19,5 %

Benoît Hamon : 6,2 %
Nicolas Dupont-Aignan : 5%
Jean Lassalle 1,5 %
Philippe Poutou 1,2 %
François Asselineau 0,8 %
Nathalie Arthaud 0,7%
Jacques Cheminade : 0,2 % 

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Aggiornamento alle ore 19.30. L'affluenza alle urne è stimata intorno al 77% con circa il 23% di astensione, contro il 20,52% del 2012.

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Aggiornamento alle ore 17. Il dato sull'affluenza a metà pomeriggio, pubblicato dal ministero dell'Interno, indica una percentuale di elettori molto alta a differenza delle aspettative. Si sono recati a votare il 69,42% degli elettori contro  il 70,59% del 2012.

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Aggiornamento alle ore 12. Praticamente identica rispetto alle ultime presidenziali  l'affluenza al voto registrata a mezzogiorno. È del 28,54% la percentuale dei francesi che è andata a votare, mentre il dato nel 2012 è stato 28,29%.

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Jean-Luc Melenchon - 65 anni - rappresenta la sinistra radicale, Emmanuel Macron - 39 anni - rappresenta il movimento In Marcia, Francois Fillon - 63 anni - è l'esponente dei repubblicani, Marine Le Pen - 48 anni - è supportata dal Fronte Nazionale.

Questi sono i quattro candidati che, sondaggi alla mano, hanno la possibilità di accedere al ballottaggio per l'elezione a presidente della Repubblica francese. Il resto dei candidati in lizza, compreso il rappresentante del Partito Socialista Benoit Hamon dato ad un misero 8%, non ha alcuna possibilità di successo.

Nonostante i 4 contendenti rappresentino aree politiche diverse, in alcuni punti i loro programmi finiscono per avere le stesse finalità, anche se le ricette per raggiungerle sono diverse. Cerchiamo di descrivere le varie posizioni per aree di settore.

 

Economia.

Per Melenchon è necessario abbassare l'età pensionabile a 60 anni, mantenere l'orario di lavoro settimanale a non più di 25 ore, alzare il tetto minimo degli stipendi a 1300 euro, abolire la recente riforma del lavoro e rivedere le fasce di reddito per il pagamento delle tasse.

Macron, entro la durata del suo mandato, vuole ridurre la spesa pubblica di 60 miliardi di euro, anche ricorrendo alla riduzione di 120.000 unità tra i lavoratori del pubblico impiego.
La cifra sarà poi utilizzata in parte per investimenti pubblici (50 miliardi) e per la riduzione sulle imposte locali che gravano sulla casa (10 miliardi di euro).
Per le imprese, Macron vuole una tassazione del 25 per cento, mentre per i dipendenti vengono mantenute le 35 ore di lavoro. Per i lavoratori a basso reddito sono presvisti interventi sul welfare.

L'obbiettivo di Fillon è quello di ridurre la spesa pubblica di 100 miliardi di euro nei cinque anni del suo mandato. Il risultato sarebbe ottenuto riducendo di mezzo milione i posti di lavoro nel pubblico impiego, aumentando - sempre nel settore pubblico - la settimana lavorativa a 39 ore, di cui due non sarebbero pagate. L'età pensionabile dovrà poi essere aumentata fino a 65 anni, dagli attuali 62/63.
Fillon vuole poi aumentare l'IVA, togliere la tassa sui redditi più alti, dminuire al 25 per cento le tasse per le imprese.

Per la Le Pen, è necessario aumentare i salari fino a 1.500 euro, portare l'età della pensione a 60 anni ed aumentare il reddito dei pensionati.
Poi, dovranno essere abbassati i prezzi del gas e dell'elettricità almeno del 5 per cento, oltre ad una diminuzione della tassazione sui carburanti per le auto del 20 per cento. Per le imposte sul reddito, la Le Pen vuole mantenere la tassa sulla ricchezza, aggiungere uno scaglione a quelli esistenti e, per le aziende, introdurre una tassazione basata su tre fasce - 15, 25 e 33 per cento - in base al fatturato dell'azienda.

Sicurezza e immigrazione.

Su questi argomenti, la Le Pen punta molto a solleticare la cosiddetta pancia dei francesi. Ergastolo scontato a vita, referendum per ripristinare la pena di morte. Sfavorire l'assunzione di persone che non hanno nazionalità francese con un aumento delle tasse sul lavoro. Rimpatrio per i migranti legali che non hanno un impiego da più di un anno, togliere l'assistenza sanitaria gratuita ai migranti senza documenti, diminuire a 10.000 il numero di migranti da accogliere annualmente nel paese. Assumere personale nelle forze di polizia.

Fillon è più cauto sull'argomento migranti rimandando all'Europa il problema di un controllo delle frontiere e di una quota annuale per l'accoglienza. Invece, anche lui vuole limitare l'assistenza sanitaria pubblica ai soli cittadini francesi.

Per Macron è indispensabile combattere la microcriminalità e concordare con l'Europa le politiche per i migranti e per la protezione delle frontiere. Anche nel suo caso sono previste assunzioni per le forze dell'ordine.

Per Melenchon il problema dei migranti deve essere risolto nei paesi d'origine, combattendo guerra e miseria.

Europa e politica estera.

Per Melenchon gli attuali trattati con l'UE devono essere rivisti, pena l'uscita dall'Europa. Il candidato della sinistar è anche contrario agli accordi commerciali come il TAFTA/CETA. Inoltre, secondo Melenchon, la Francia deve lasciare la NATO.

Macron, tra tutti i candidati è quello più a favore dell'Europa e spinge per legami più stretti tra i vari paesi dell'Unione. Anche lui è però contrario agli attuali accordi commerciali di libero scambio che dovrebbero richiedere un processo di negoziazione più democratico.

Anche Fillon è un candidato pro Europa, ma spinge per rivedere le sanzioni con la Russia con cui vorrebbe intavolare rapporti di collaborazione più stretti.

Al contrario, Marie Le Pen ha fatto dell'abbandono all'Unione europea il suo cavallo di battaglia. La Le Pen vuole ritornare al franco e ridare un ruolo primario nelle decisioni monetarie alla banca centrale francese. L'adesione all'UE, come per la Gran Bretagna, deve essere decisa dal popolo francese con un referendum.

Quali sono le possiblità di arrivare al secondo turno per i quattro candidati? Difficile dirlo con certezza per diversi fattori. Il numero di astensioni è piuttosto alto, come il numero di coloro che a pochi giorni dalle elezioni non avevano ancora deciso per chi votare.

I sondaggi danno per favorito, sicuro di arrivare al ballottaggio, Emmanuel Macron, ma va anche detto che è appoggiato da un suo movimento - la prima volta che accade in Francia - che ancora non è stato mai testato in un sondaggio elettorale. Pertanto, non è certo che il risultato del sondaggio sia del tutto corretto.

A sfidarlo, qualche giorno fa, i sondaggisti davano per certa la Le Pen. Ultimamente, però, il suo appeal sembra calato con l'aumento, nel gradimento dell'elettorato, del candidato repubblicano Fillon, nonostante gli scandali e le inchieste che lo hanno accompagnato negli ultimi mesi.

Melenchon è una mina vagante, poiché la sua stella è cresciuta, di molto, solo nelle ultime settimane, tanto che è stato visto intorno al 20 per cento. Un risultato insperato all'inizio della campagna elettorale e che potrebbe anche indurre alcuni socialisti a convergere su di lui per un "voto utile", visto che Benoit Hamon è ormai fuori dai giochi.