Quanto accaduto nel fine settimana potrebbe essere riassunto nel titolo la politica del maltempo oppure tutto quanto fa politica, anzi, propaganda politica. Nel fine settimana un temporale ha scaricato su Livorno una quantità d'acqua impressionante tanto da allagare un'intera città e causare 6 morti e due dispersi ed un altro temporale, meno forte ma ugualmente importante, a Roma ha allagato qualche sottopasso ed alcune stazioni della metro.

Quasi subito, questo si è trasformato nell'ennesima occasione di scontro politico. Con scambi di accuse tra i vari partiti e i media sostenitori sulle possibili colpe da attribuire ai vari amministratori della "cosa" pubblica su chi avesse più o meno responsabilità per quanto accaduto.

Dal colore dell'allerta alla pulitura dei tombini dagli aghi di pino... Naturalmente, nello scambio di accuse, le parti in causa si sono ben guardate dal ricordare episodi precedenti quando gli stessi avvenimenti sono accaduti ugualmente, in altre città, governate dai rispettivi "campioni". Ma questo non sembra minimamente preoccupare chi lancia le accuse, anche intervallate tra un abbraccio e l'altro di condoglianze.

Il passato non conta. L'importante è picchiare il ferro quando è caldo, qualunque sia l'argomento con cui combattere l'avversario... così anche la pioggia diventa politica e politiche ne diventano le conseguenze.

E tutto senza che qualcuno si ponga dei dubbi o faccia un minima riflessione sul fatto che sia in qualche modo possibile prevedere quanta sia la pioggia che cadrà e, nel caso, come arginarla senza che crei inconvenienti o danni.

E quel che è ancor peggio è che molti di questi fustigatori del giorno dopo vengono a condannare chi non ha saputo arginare una quantità di pioggia che non era arginabile, mentre in passato non hanno avuto nulla da dire contro politiche poco o per nulla previdenti dal punto di vista ambientale che oggi, secondo quello che dicono tutti i meteorologi, sono le principali responsabili di quanto sta accadendo.