A fine maggio, in occasione della "Festa della Lombardia" il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, con la Giunta regionale riunita "in trasferta" a Cremona, annunciava di aver firmato il decreto che stabiliva che il referendum per l'autonomia della Lombardia si sarebbe svolto domenica 22 ottobre, dalle 7 alle 23.

Lo stesso giorno si terrà una consultazione analoga in Veneto, voluta dal presidente di quella regione, Luca Zaia, anche lui appartenente alla Lega Nord.

Quale sia il senso pratico di tale appuntamento, qualunque sia il risultato, nessuno lo ha capito, anche perché di fatto non esiste. Infatti, non potrà ricostituirsi il lombardo-veneto, né come regno, né come repubblica. Quello del 22 ottobre è solo un appuntamento di propaganda elettorale che, nelle idee della Lega, dovrà far da traino per il proprio elettorato alle prossime elezioni politiche.

Un mezzo come un altro per farsi pubblicità, anche se, in questo caso, a pagare saranno i cittadini di Veneto e Lombardia... tutti, anche quelli che non hanno votato Lega e vedono questo appuntamento né più né meno simile ad una carnevalata.

Come se non bastasse, mercoledì 26 luglio, Roberto Maroni ha comunicato di aver firmato un contratto per la fornitura di oltre 24.000 tablet, che saranno utilizzati nei circa 8.000 seggi in occasione del referendum.

L'importo complessivo della spesa per i lombardi sarà di 23 milioni di euro. A cosa serviranno i tablet? Per votare elettronicamente al quesito referendario! Lo schermo dei tablet, come riassunto dallo stesso Maroni, "riprodurrà il quesito e tre caselle con Sì, No e Bianca: toccando una delle tre caselle, comparirà la croce - con la possibilità di cambiare idea e toccare un'altra casella - e la scritta Vota. Premendo su Vota sarà come aver depositato la scheda nell'urna. E' previsto un sistema di sicurezza che garantisce l'anonimato: non viene registrato il minuto in cui una persona vota, in modo che non si sappia come ha votato chi lo ha fatto in un determinato minuto."

Questo il motivo per cui la Lombardia spenderà 23 milioni di euro! Ma lo stesso presidente della regione ha detto che tale spesa va considerata un investimento perché gli strumenti resteranno in dotazione in "comodato gratuito" alle scuole sedi di seggio, fino alla successiva consultazione. Inoltre, saranno pure cambiati i software in modo che possano essere utilizzati per le attività didattiche.

Tutto fantastico, perfetto e corretto? All'apparenza sì, ma se uno riflette solo per pochi istanti su quanto detto da Maroni, capirà quanto sia assurdo ciò che ha detto. Chiunque abbia mai utilizzato un tablet sa perfettamente che le limitate capacità di memoria, compensate dalla praticità di utilizzo come computer personale, sono supportate dall'utilizzo di una memoria riservata in una cloud personale messa a disposizione dal fornitore del tablet, dopo una registrazione. Ora, se i tablet verranno dati in dotazione a delle scuole per svolgere dell'attività didattica, alla prossima consultazione elettorale, come detto dallo stesso Maroni, saranno riutilizzati a tale scopo dalla regione e, pertanto, saranno riconfigurati alla bisogna con tanti saluti a tutto il lavoro svolto in precedenza e ai dati a cui tale lavoro facevano riferimento.

Quella sopra riportata non è pedanteria informatica, ma la semplice constatazione di quanto chi fa politica sappia fare benissimo propaganda, ma non abbia però alcun senso pratico reale delle decisioni che prende. Quello sopra riportato ne è un perfetto esempio.

Purtroppo questa incapacità, che non ha nulla di penale per carità, è però altrattanto dannosa perché costa risorse che vengono sottratte alla collettività a avrebbero dovuto e potuto essere spese in maniera più utile e produttiva. Ma nessuno, ovviamente, se ne accorge e tutto continuerà come sempre, con tanti complimenti ai Maroni di turno.