Oggi si è riunita al Senato degli Stati Uniti la Commissione sui Servizi segreti, la cui seduta era programmata per affrontare le minacce globali relative alla sicurezza.

Poiché era prevista la partecipazione del direttore dell'FBI, a sostituire James Comey è stato il suo sostituto pro tempore Andrew McCabe che, durante il suo intervento, ha dovuto rispondere, sollecitato dai senatori, a molte domande sul caso Trump-Comey.

Nella lettera formale di licenziamento inviata da Trump a Comey, il presidente USA ha dichiarato di aver apprezzato di essere stato informato [da Comey] in tre diverse occasioni di non essere indagato, tuttavia, d'accordo con il parere del Dipartimento di Giustizia gli ha comunicato che non era in grado di guidare l'FBI.

L'aver chiesto a Comey se era sotto inchiesta, Trump lo ha dichiarato oggi anche in un'intervista televisiva alla NBC, dicendo che gli è stato risposto che su di lui non c'era nessuna indagine in corso!

Un fatto piuttosto inconsueto che un direttore dell'FBI dia informazioni ad un possibile indagato sull'esistenza o meno di un'indagine in corso. Lo ha detto McCabe ai senatori, aggiungendo che non è certo la prassi!

Nell'intervista a Lester Holt, Trump ha accusato Comey di essere un tipo che vuole soprattutto mettersi in mostra e che a causa sua l'FBI era in subbuglio.
Ma anche in questo caso McCabe ha risposto che Comey ha goduto fino ad oggi di un ampio sostegno all'interno dell'FBI, aggiungendo di aver personalmente nutrito nei suoi confronti il massimo rispetto per le capacità dimostrate e per la sua integrità, concludendo è stato un grande privilegio lavorare con lui.

In pratica, McCabe ha smentito le affermazioni di Trump, ed indirettamente anche quelle relative alle rivelazioni su una possibile inchiesta in corso.

A questo punto il presidente della Commissione, il repubblicano Richard Burr, ha chiesto a McCabe se abbia mai sentito Comey dire a Trump che non era indagato.
McCabe si è rifiutato di rispondere alla domanda, dicendo che non poteva commentare un'inchiesta in corso!

L'inchiesta riguarda le interferenze della Russia sullo svolgimento delle ultime presidenziali. Lo scorso gennaio, le agenzie di intelligence USA hanno stilato un rapporto in cui si dichiarava che il presidente russo Vladimir Putin avesse ordinato di falsificare il risultato delle elezioni presidenziali con l'acquisizione delle e-mail della Clinton e del suo staff e la loro diffusione, allo scopo di aiutare Donald Trump ad essere eletto.

Nella seduta odierna, sia il direttore della CIA Mike Pompeo, che quello dell'Intelligence Nazionale Dan Coats hanno confermato le valutazioni espresse nel rapporto.