Secondo i dati delle Nazioni Unite, il 25 per cento della forza lavoro in Grecia è disoccupato ed un quarto dei bambini vive in povertà.

Gli anziani, grazie alle loro pensioni sono riusciti a mantenere, in qualche modo, figli e nipoti. Ma le pensioni sono state più volte progressivamente ridotte.

Il risultato di tutto questo? Estrema povertà e disgregazione sociale. In molti casi, le famiglie non hanno una casa dove vivere oppure non hanno cibo da dare ai propri bambini.

Per porre rimedio a tale situazione si fa ricorso a strutture pubbliche che però devono operare in condizioni di emergenza. Gli asili pubblici sono diventati strutture che ospitano i bambini a tempo pieno per tutta la settimana, perché i genitori non sono in grado di poterli mantenere. Solo nel fine settimana le famiglie si riuniscono, almeno quelle che ai loro bambini possono offrire un tetto.

Inutile dire che tali strutture sono sovraffollate, non riescono a dare accoglienza a tutti coloro che la chiedono, ricevono dallo Stato solo una parte dei fondi di cui avrebbero bisogno, chi vi lavora guadagna pochissimo e che riescono a tirare avanti grazie alle donazioni.

Questa è la fantastica Europa della stabilità disegnata dai burocrati del rigore che pretendono di essere soddisfatti se un paese ha raggiunto il rapporto deficit PIL pattuito e se il PIL è positivo e previsto in aumento rispetto all'anno precedente.

In poco più di 15 anni, l'Unione Europea sta riuscendo a distruggere quanto era stato faticosamente (ri)costruito nei 60 anni precedenti dalla fine della guerra.