Il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini, da tempo renziano più di quanto possa esserlo lo stesso Renzi, qualche giorno fa prendeva in giro chi chiedeva unità nel centrosinistra, pubblicando il seguente post su facebook...

Non si può negare che le premesse di Orfini contro un'alleanza di centrosinistra non abbiano delle ragioni concrete.

Ma se il problema non sono le alleanze, allora il problema deve essere da qualche altra parte. Infatti, quello che Orfini si dimentica di ricordare è che, ultimamente, il PD alle tornate elettorali perde. Quindi, un problema deve esistere all'interno del Partito Democratico.

Prova a spiegarlo Gianni Cuperlo: "Renzi è forte dentro il Pd ma il Pd oggi è debole nella società. Questa contraddizione dura da tre anni. Prima le sconfitte in Veneto, Roma, Torino. Poi si è sfidato il Paese sulla Costituzione con esito catastrofico. Ora si è tornati a perdere nelle amministrative e si nega la realtà. Il tutto mentre Prodi sposta la sua tenda lontano dal Pd. Davanti a una scena simile spiegare che le politiche saranno un’altra storia è come lanciarsi senza paracadute. ...

Il mio cruccio non è battere Renzi ma evitare di consegnare l’Italia alla destra. In questo senso la sorte di un leader non può dipendere dalle chance di tornare a Palazzo Chigi ma dalla capacità di migliorare la vita di chi a quella guida si è affidato. Renzi continua a dividere in una stagione dove serve unire."

Ma, indirettamente, gli risponde lo stesso Orfini che per annunciare i lavori dell'assemblea dei circoli di Milano per il prossimo fine settimana afferma che "il Pd deve essere come l'abbiamo pensato, un luogo in cui soggetti civici, realtà associative possano sentirsi a casa. Tutti quelli interessati a costruire questo progetto sono i benvenuti."

Quindi, per Orfini, bastano che non siano soggetti politici ed il Pd è pronto a dialogare con chiunque. Peccato, ad esempio, che il Pd con i sindacati - che non sono soggetti politici e sono una realtà associativa - non ha dialogato in passato, non dialoga nel presente e nulla fa pensare che potrà dialogare in futuro.

E forse sta qui il problema dei democratici renziani: il voler fra credere di essere ciò che non sono. Tutto qua. All'inizio erano in pochi a capirlo e a volerlo credere. Dopo qualche anno di cura Renzi, il loro numero è cresciuto. Che altro occorre per capire dove stia il problema?