Finora, nonostante i numerosi tentativi, Donald Trump non era riuscito a convincere i senatori repubblicani a presentare una legge che sostituisse l'Affordable Care Act di Obama tale da poterli trovare concordi nel superare l'ostacolo dell'esigua maggioranza nell'aula.

Dei 52 senatori repubblicani, almeno 4 o 5 sono stati sempre contrari ai nuovi disegni di legge. Non poteva essere altrimenti perché ciò che avrebbe sostituito l'Obamacare avrebbe anche tolto a una consistente parte dei residenti in alcuni degli Stati Usa la possibilità di continuare ad avere un'assistenza sanitaria.

La cancellazione dell'Obamacare era uno dei punti principali della campagna elettorale di Trump. Vista l'impossibilità di potersi affidare al Congresso per ottenerlo, l'attuale presidente ha utilizzato un'altra strada, quella di depotenziarlo, minandone la struttura.


Così, giovedì, Trump ha firmato un decreto per tagliare le sovvenzioni alle compagnie di assicurazione sanitaria che finora avevano offerto piani di copertura ai pazienti a basso reddito.

L'Obamacare, non garantendo una copertura sanitaria gratuita, veniva incontro alle persone con basso reddito finanziando una parte della copertura dei loro piani assicurativi sanitari direttamente alle assicurazioni.

Adesso, con il nuovo provvedimento voluto da Trump, le aziende assicurative che hanno supportato l'Obamacare non potranno più offrire lo stesso tipo di contratti, oltre al fatto che non è certo che siano loro garantiti i soldi pubblici a copertura delle assicurazioni finora emesse.

Praticamente, Trump ha generato un corto circuito che mina alle fondamenta l'Obamacare, ma che rischia anche di ritorcerglisi contro perché aziende e associazioni hanno già avviato appelli e cause legali contro questa decisione.