«Come già avevo previsto in questi giorni, stamattina ho ricevuto un avviso di garanzia legato alla richiesta di concordato per l’Aamps di Livorno del tutto identico a quello dell’assessore Lemmetti.
Non conosco ancora quale sia la contestazione specifica che la procura muove nei miei confronti.
Sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell'azienda e dei livornesi, provando a salvare una situazione disastrosa lasciataci in eredità dal Pd, ma sin d’ora posso ribadire che nel MoVimento 5 Stelle non si aspetta certo una sentenza per dimettersi, perché noi non siamo legati ad alcuna poltrona.
Se già durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del MoVimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi.
È evidente che ci siano ancora indagini in corso, tra l’altro promosse da noi stessi, visto che siamo stati noi a portare i libri in tribunale chiedendo ai magistrati di passarle ai raggi X.
Speriamo di poter accedere agli atti il prima possibile per capire la condotta che ci viene contestata.
Abbiamo bisogno di capire se si tratti di un atto dovuto o meno, visto che sul caso Aamps riteniamo di aver sempre e solo agito nell’interesse dei cittadini di Livorno, per riparare alle malefatte del Pd.
Un fronte in cui, tra l’altro, parrebbe cominciare a vedersi un po’ di luce dopo anni e anni di buio pesto: il piano, ancora in corso di redazione, salvaguarderebbe i livelli occupazionali e soddisferebbe per buona parte i creditori.»

Questo è quanto ha pubblicato il sindaco di Livorno Filippo Nogarin sulla sua pagina facebook dopo aver appreso di esser stato indagato in relazione all'inchiesta sulla gestione dei rifiuti nella città di Livorno.
L'avviso di garanzia era ormai diventato un mantra per il sindaco Nogarin. Infatti,  ogni volta che si rivolgeva ai propri sostenitori prediceva che anche lui lo avrebbe ricevuto. E così è stato.

Tutto risale alle modalità con cui è stata gestita la vicenda Aamps, l'azienda incaricata della raccolta rifiuti. In seguito all'operato delle amministrazioni precedenti, Nogarin aveva reso pubblico il problema dei debiti e della cattiva gestione di Aamps, scegliendo, tra le ipotesi in campo, quella di ricorrere al concordato preventivo come soluzione per salvare l'azienda e gli occupati, continuando a garantire il servizio di raccolta.

Contemporaneamente, il sindaco di Livorno aveva coinvolto nella questione anche la magistratura, perché indagasse sull'operato delle precedenti amministrazioni. E la magistratura ha avviato un'inchiesta e, progressivamente, ha indagato oltre ai responsabili della precedente amministrazione targata PD, anche quelli dell'attuale amministrazione 5 stelle: prima l'assessore al bilancio Lemmetti e adesso il sindaco Nogarin.

I magistrati contestano al sindaco di aver assunto 33 precari dopo aver portato i libri in tribunale e di aver approvato il bilancio, nonostante i revisori contabili avessero dato il loro parere negativo.
Nogarin si difende affermando di aver agito in buona fede e a tutela del posto di lavoro dei dipendenti di Aamps.
Ed è questa la linea sostenuta anche dai vertici del Movimento, compreso Beppe Grillo, che difendono le decisioni di Nogarin definendole una scelta politica, continuando a sostenerne l'operato e respingendo l'ipotesi di dimissioni.

Naturalmente, sul fronte politico opposto, il Partito Democratico coglie la palla al balzo urlando a tutti che anche i 5 stelle sono come gli altri e non sono autorizzati a sventolare alcuna bandiera di onestà. In pratica, da parte del PD vi è la necessità di alzare più polvere possibile in modo che la nebbia possa nascondere le evidenze che hanno messo in imbarazzo il Partito Democratico in più di un'occasione.

Infatti, al sindaco Nogarin può essere imputata una non corretta gestione amministrativa della cosa pubblica che può anche configurare danni all'erario ma, va sottolineato, che se ha sbagliato non lo ha fatto per mettersi dei soldi in tasca o favorire aziende amiche. Certo si può dire che il suo operato sia stato finalizzato a mantenere il consenso elettorale che, altrimenti, sarebbe venuto meno con la possibilità di mettere a rischio la maggioranza in Consiglio e la propria Giunta. Questo può anche configurare una sorta di interesse privato, ma siamo ancora lontani dalle malversazioni e dalle false fatturazioni imputate alle precedenti amministrazioni della città di Livorno. E siamo ancora lontani dalle accuse di gare truccate e a quelle di scambio di voti.

Forse i garantisti del PD, che ricordano agli altri che un avviso di garanzia non è una sentenza ma un'informazione a tutela dell'indagato, dovrebbero usare qualche cautela e un po' più di prudenza prima di cercare di far passare il concetto che se tutti sono colpevoli allora nessuno lo sia.