Niente può andar meglio quando la nave affonda. È un paradosso? Può darsi, ma nella politica sembra che sia la regola. E quello che accade negli ultimi giorni non fa che confermarlo.

Alla fine, la realtà ha fatto presente a Matteo Renzi che il risultato delle elezioni amministrative non poteva essere considerato un risultato che riguardava solo le amministrazioni locali. In fondo, non è detto che Renzi non lo sapesse, forse stava solo fingendo di non capirlo per evitare che accadesse quel che, inevitabilmente, sta accadendo.

Rimanendo ai fatti e lasciando da parte qualsiasi speculazione, le novità della politica renziana potevano essere racchiuse in questo scenario. Renzi ha creato in Parlamento una maggioranza con i transfughi del centrodestra che, alle future politiche, avrebbero dovuto confluire in una nuova aggregazione politica o in un nuovo partito, il Partito della Nazione. I risultati delle elezioni Europee avevano fatto credere agli ex Forza Italia che questo racconto fosse già scritto, pubblicato e garantito e sulla base dei riscontri (passati), l'attività parlamentare è andata avanti tranquilla per il Governo Renzi.

Purtroppo per Renzi, però, il successivo passaggio elettorale delle amministrative ha reso evidente che l'alleanza del Partito Democratico con i fuorisciti del centrodestra che avrebbero dovuto sostituire i partiti di sinistra in una nuova aggregazione elettorale o in un nuovo partito non funziona. I risultati di Napoli, soprattutto, ne sono la palese evidenza.

Quindi, era prevedibile che non essendoci più garanzie per il rinnovo del seggio in Parlamento, coloro che avevano visto Renzi come il nuovo Berlusconi, adesso si sono improvvisamente ricreduti, annunciando voti contrari, sfiducia, crisi parlamentari e nuove elezioni. Non potendo più avere una garanzia per il futuro, il passato diventa l'unica certezza. Così Verdini lancia messaggi di sfiducia a Renzi e gli alfaniani annunciano, per buona parte, di votargli contro. E per quanto riguarda gli alfaniani, le vicende di questi giorni che stanno coinvolgendo il ministro dell'Interno Alfano hanno solo costituito l'innesco di quello che comunque sarebbe accaduto.

L'abbandono degli ex Forza Italia alla Camera avrebbe scarse conseguenze, ma al Senato significherebbe che il Governo non avrebbe più una maggioranza con la conseguenza di un nuovo Governo, senza Renzi, oppure di elezioni anticipate. Ed a suggellare le difficoltà per Renzi sono proprio le note di ottimismo che l'organo di partito, l'Unità, pubblica oggi. Dopo che fino a ieri pomeriggio tutti i sondaggi avevano evidenziato l'inutilità degli sforzi renziani a favore del Sì per il referendum confermativo di ottobre, improvvisamente, oggi, l'Unità pubblica un sondaggio Ipsos che dice che il Sì "sarebbe tornato" in testa con il 51% contro il 49% dei No, grazie all'aumento dei votanti! Ma ci sarebbe anche un sondaggio di Swg, che a Roma aveva previsto una vittoria di Giachetti già al primo turno, con risultati ancora più incoraggianti per il Sì, ma che la stessa Unità non si degna di riportare.

Curiosamente, soprattutto in politica, mai le cose vanno tanto bene soprattutto quando vanno molto male.