Porta il numero 9.387.928 dell'ufficio brevetti degli Stati Uniti, un progetto di cui è titolare nientemeno che Amazon. Ad essere brevettata è quella che nel documento viene definita una docking station per droni, da questi utilizzabile per scaricare il materiale in consegna o per trovare rifugio nel caso di condizioni metereologiche avverse.

Dal disegno allegato, queste docking station non sembrano racchiudere sofisticate soluzioni tecnologiche. A ben vedere assomigliano molto a dei nidi per uccelli e, infatti, come tali ne è prevista la collocazione su pali della luce, parafulmini, campanili delle chiese, insomma dovunque si possa costruire un nido. Rimarranno posti liberi per le rondini?

Bisogna ammettere che Amazon sta pensando a tutto. Infatti, se effettivamente nel prossimo futuro vedrà la luce, come del resto tutto lascia credere, il progetto di consegna della merce con i droni, sarà necessario costruire un'infrastruttura che consenta loro di svolgere al meglio il loro compito.

Esperimenti in proposito sono già in corso sia in Europa che in Cina. Google con il suo Google's Project Wing e Amazon con Amazon Prime Air sono in attesa dell'autorizzazione per dare il via al servizio negli Stati Uniti (è probabile che non sia rilasciata prima del 2018), per poi estenderlo anche all'Europa. Anche altri spedizionieri, prima fra tutti la DHL, hanno già iniziato la fase di sperimentazione.