Dal 24 agosto al 30 ottobre, data in cui il terremoto del 2016 ha raggiunto il suo apice con una scossa di magnitudo 6.5, una vasta area dell'Italia centrale è stata fortemente danneggiata e, per quanto riguarda alcuni comuni, addirittura completamente rasa al suolo.

Tanti e tali sono stati i danni e la ripetizione di scosse importanti che la ricostruzione sembra lontana nel tempo. Ma, almeno per quanto riguarda il patrimonio relativo ai beni culturali non è così.

Nell’area industriale di Spoleto in una struttura antisismica attiva dal 2008, creata dalla Regione Umbria dopo il terremoto del 1997, sono conservati oltre 10.000 pezzi, suddivisi in circa 5.300 bancali, relativi a quadri, pulpiti, statue e fregi provenienti dal cratere del terremoto del 2016.

È il deposito di Santo Chiodo, adesso in gestione al Ministero dei Beni e delle attività culturali, in cui si sta già lavorando per il restauro delle opere d'arte recuperate dal sisma.



Al restauro contribuiscono anche l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e i laboratori dei Musei Vaticani.

Per la ricostruzione della basilica di San Benedetto di Norcia, c’è poi l’impegno formale del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker a contribuire al finanziamento dell’intervento.

Intanto, stanno partendo i lavori di ricostruzione in 38 chiese che non hanno subito danni gravissimi, la maggior parte delle quali si tyrova nell’area del cratere, per un importo complessivo di 9 milioni di euro.

Per una più funzionale apertura al culto, i beni mobili di queste chiese verranno restaurati destinando a questo scopo 750mila euro, parte delle risorse derivanti dalla campagna di donazioni con gli "Sms solidali".