Il risultato nel complesso, a prima vista, sembra possa esser giudicabile positivamente, in quanto è registrato un aumento nella partecipazione al mercato del lavoro.

Complessivamente, il numero di occupati è pari, al netto degli effetti stagionali, a 22 milioni 827 mila persone, in aumento rispetto al trimestre precedente del +0,1%, corrispondente a 32 mila, dopo che il terzo trimestre. aveva fatto registrare un andamento stabile.

In base all'indagine, il tasso di occupazione sale al 57,4% (+0,1%). In dettaglio si registra una lieve flessione per i 15-34enni (-0,1%), della stabilità per i 35-49enni, e di una crescita per i 50-64enni (+0,4%).

Un dato a luci e ombre, se si considera che l'aumento congiunturale del numero di occupati è dovuto alla ripresa del lavoro indipendente (+28 mila, 0,5%), della ulteriore crescita dei dipendenti a termine (+22 mila, 0,9%) e della lieve diminuzione del lavoro alle dipendenze a tempo indeterminato (-17 mila, -0,1%). Quindi, un risultato del tutto contrario alle celebrazioni sull'utilità del Jobs Act che, in base a quelle che dovrebbero essere le finalità, dovrebbe favorire soprattutto il lavoro a tempo indeterminato, contrariamente a quanto sta invece avvenendo.

L'aumento dell'occupazione riguarda entrambi i generi, è concentrata nel Centro-Nord (+76 mila, 0,5%) a fronte di una diminuzione nel Mezzogiorno (-43 mila, -0,7%).

Il tasso di disoccupazione si attesta all'11,9%, in crescita di 0,2 punti percentuali dopo la sostanziale stabilità dei quattro trimestri precedenti. Prosegue, a un ritmo più sostenuto, il calo del tasso di inattività (-0,3 punti percentuali), che si attesta al 34,7%.

Nelle imprese dell'industria e dei servizi le posizioni lavorative dipendenti sono aumentate dello 0,6% su base congiunturale e del 2,6% su base annua; nel totale il monte ore lavorate è cresciuto dell'1,0% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente e le ore lavorate pro capite sono rispettivamente aumentate dello 0,2% e dello 0,9%. Contemporaneamente le ore di cassa integrazione (Cig) sono scese da 14,8 a 11,6 per mille ore lavorate. Prosegue la crescita delle posizioni in somministrazione che aumentano del 4,2% in termini congiunturali e del 13,0% su base annua.