Martedì 3 ottobre, il ministro dell'Economia Padoan ha parlato alle Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera. Di che cosa tratttava il suo intervento?
Della prossima legge di bilancio, a cominciare dalla "Nota di aggiornamento del Documento di Economia e finanza 2017".

Naturalmente, Padoan ha illustrato le cose mirabili, fantastiche, eccezionali, fatte fin qui dal governo, ma, arrivando al dunque ha sostanzialmente detto ai partiti della maggioranza che a Camera e Senato votino lo scostamento di bilancio contenuto nella nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2017 per evitare che a partire dal prossimo anno il governo attaule o quello che verrà sia costretto a far scattare le clausole di salvaguardia, tra cui l’aumento dell’Iva. Il che equivarrebbe non certo ad un rilancio delle politiche economiche dell'Italia.

Naturalmente, uno venuto da Marte, citando Renzi, potrebbe iniziare a fare la faccia perplessa e a grattarsi la "pera" dicendo ma come diavolo si può parlare di fantastici risultati ottenuti dall'attuale governo se dopo la maggioranza si raccomanda che i partiti che la compongano debbano poi votare provvedimenti da ultima spiaggia?

Ma questi sono i misteri che da anni ormai caratterizzano i governi italiani e di cui è inutile chiedere e, sopratutto, meravigliarsi.

Quello che lunedì scorso la sinistra radicale, il Campo progressista di Pisapia ed MDP, aveva chiesto al premier Gentiloni, era accompagnare certe misure, che avrebbero dovuto far parte della legge di bilancio, ad altre rivolte alla parte di italiani meno fortunata e che, finora, di questa tanto strombazzata ripresa aveva visto poco o nulla. 

Padoan ieri ha illustrato la legge di bilancio per il prossimo anno e di quello chiesto dalla sinistra radicale, praticamente, non vi è traccia. Risultato, Oggi in aula - al mattino in Senato e al pomeriggio alla Camera - MDP, come gruppo, voterà contro il DEF, ma a favore, per senso di responsabilità, del testo che eviterà di far scattare le clausole di salvaguardia.

Una posizione ben chiara che riflette l'incontro di lunedì con Padoan. Al contrario i parlamentari che fanno capo al Campo progressista di Pisapia, voteranno invece entrami i testi, nonostante Padoan non abbia garantito nulla di quanto da loro richiesto nell'incontro di lunedì con Gentiloni.

Adesso siamo tranquilli, infatti dopo aver creduto, per un attimo che a sinistra si fosse trovata un'unità d'intenti, arriva immediata la smentita con i distinguo tra Bersaniani o Speranziani, comunque li vogliamo definire, e Pisapiani che, sempre di più, danno l'impressione di voler combattere il renzismo solo per finire di farne parte con tutti gli onori.

Infatti, i "seguaci" dell'ex sindaco di Milano presenti in Parlamento hanno anticipato di volersi smarcare dai parlamentari di MDP, votando l'intera relazione di Padoan, senza distinguo. Resta da capire il perché, visto che la manovra finanziaria illustrata da Padoan in Commissione non rispecchia per nulla le richieste da loro anticipate da Gentiloni. Misteri della politica.

In ogni caso, adesso siamo tanquilli, con la certezza che, rispetto a due giorni fa, la sinistra, quella vera, è di nuovo divisa... già prima di unirsi. Tutto come da copione. Non c'è nulla di cui preoccuparsi.