Nonostante le promesse di vari governi, nonostante i falò di un ministro (ricordate Calderoli che dette fuoco a delle scatole di cartone alla scuola dei vigili del fuoco alle Capannelle?), nonostante Internet, la burocrazia continua a proliferare e con essa i disagi per gli italiani.

Grazie alle proprie elaborazioni, l’Ufficio studi della CGIA ha riscontrato che oggi, sia per le famiglie che per le imprese, la situazione è sensibilmente peggiorata rispetto a venti anni fa.

Per quanto riguarda le imprese, la CGIA ha basato i suoi risultati su dati della Banca Mondiale riferiti al 2016. Ecco che cosa è stato riscontrato.

Per ottenere i permessi di costruzione per un "capannone" in Italia occorrono 228 giorni contro i 188 della media Ue. Per allacciare il capannone alla rete elettrica  ne devono trascorerre 124, mentre in Europa la media è di 81. Quando poi si parla del ricorso alla giustizia civile, il Tribunale di Roma impiega 1.120 giorni per definire una controversia. La durata media di un processo nelle altre capitali europee è invece di 632 giorni, ben 448 in meno.

La situazione non migliora di certo in riferimento alle famiglie. In questo caso, l’elaborazione della CGIA si basa su dati di varie Indagini Multiscopo realizzate annualmente dall’Istat sulle famiglie italiane.

Nel 1995, dei cittadini che si rivolgevano a quella che oggi chiamiamo ASL (il nome si è più volte modificato nel tempo) per prenotare una visita, richiedere la copia della cartella clinica oppure  ritirare il referto di un esame, circa il 34% ha dovuto attendere agli sportelli più di 20 minuti.
Venti anni dopo, nel 2015, il numero degli utenti in coda è sensibilmente aumentato, raggiungendo il 52%.

Anche per quanto riguarda i servizi erogati dai Comuni le cose non migliorano. Nel 1995, per documenti tipo atti notori, cambi di residenza, certificazioni anagrafiche, rinnovo carta d’identità, ecc., le persone costrette ad attendere in fila per oltre 20 minuti era l'11%. Nel 2015 questa percentuale è raddoppiata, superando il 22%

Questi dati non sono omogenei per tutti il territorio nazionale. Infatti, le situazioni peggiori si registrano nel centro sud e sono stati i cittadini del Lazio a dover sopportare i tempi di attesa maggiori per le code sia agli sportelli comunali che a quelli delle Asl.

Per il segretario della CGIA Renato Mason,  ritardi ed inefficienze della Pubblica Amministrazione non sono imputabili solo alla cattiva organizzazione: «Nonostante la diffusione dell’informatizzazione abbia consentito di aumentare la produttività del sistema pubblico, in molti uffici la fila agli sportelli non è cresciuta per colpa di chi ci lavora. Sono gli effetti di leggi, decreti e circolari scriteriate che, spesso in contraddizione tra loro, hanno aumentato la burocrazia complicando non solo la vita dei cittadini e delle imprese, ma anche quella dei dipendenti pubblici».