Ieri sul proprio sito web, il senatore Corradino Mineo citava un verso di una vecchia canzone di Gorni Kramer, dedicandolo a Renzi: "Pippo non lo sa, ma quando passa ride tutta la città".

E proprio di questo sembra non rendersi conto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, confortato dalla realtà che raccontano i media da lui controllati, ma non da quella della gente, molto diversa come dimostrava un sondaggio di Ilvo Diamanti pubblicato su  Repubblica, in cui il 72% degli italiani ritiene che l’occupazione in Italia non sia ripartita, il 68% che sia aumentato il fenomeno del lavoro nero, il 73% che ci sia oggi più precariato, il 32% che il Jobs Act ha peggiorato la situazione del lavoro mentre un 39% ancora non sa farsi un'idea, con il 67% dei giovani che non è per nulla ottimista sul proprio futuro.

Insomma, più il premier dilaga con il suo ottimismo, più la gente, quella reale, reagisce mostrando la propria disillusione, se non la propria irritazione. Dipende dalle situazioni. Questa mattina Matteo Renzi, prima di incontrare a Firenze il primo ministro giapponese Abe, ha deciso di aprire la campagna referendaria per il Sì alla riforma costituzionale dal teatro Niccolini. Al suo arrivo è stato accolto al grido di buffone e ladro, nonostante sia stato più volte ricordato dallo stesso Renzi che il PD non sia un  partito di ladri, da un gruppo di persone che con il salvabanche hanno perso i loro risparmi e che non sono affatto soddisfatte delle modalità di rimborso decise dal Governo la scorsa settimana.
Una dimostrazione della simpatia che suscita il Governo Renzi e coloro che lo appoggiano! Per una testimonianza relativa al secondo caso è sufficiente chiedere al senatore Esposito e alla sua esperienza nella partecipazione al corteo del primo maggio a Torino.

La contrapposizione è il denominatore comune dell'azione di questo Governo che ha scelto in ogni sua decisione, di qualunque tipo, la strada della divisione rispetto a quella del dialogo, naturalmente negandone l'evidenza. Uno stile di Governo già visto e sperimentato con Berlusconi, anche se, va detto, le scelte di Renzi sono sicuramente meno meditate e più spregiudicate, anche se immancabilmente finiscono sempre per essere insensate, perlomeno da un punto di vista logico ed in relazione ai contenuti.

A Renzi però non sembra importare nulla perché, in fondo, lui "si crede bello come un Apollo"  anche se "saltella come un pollo".


Crediti. La foto è di Tiberio Barchielli per Ansa