Antonio De Caro, Presidente ANCI e Sindaco di Bari, Enzo Bianco, Presidente Consiglio nazionale ANCI e Sindaco di Catania, Roberto Pella, Vice presidente vicario ANCI in rappresentanza del Gruppo di lavoro dell’associazione su “Urban health”, congiuntamente a Walter Ricciardi, Presidente Istituto superiore di sanità, Andrea Lenzi, Presidente Health City Institute, Giovanni Malagò, Presidente Coni, e Simona Arletti, Presidente Rete italiana città sane dell’Oms hanno inviato una "Lettera aperta ai Sindaci italiani per promuovere la salute nelle città come bene comune".

Nella lettera si ricorda che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente definito la "nuova epidemia urbana", la crescita tra popolazione urbana e malatie croniche non trasmissibili, tale da compromettere la qualità della vita delle generazioni future e anche lo sviluppo economico e la prosperità delle città.

Una situazione che riguarda anche il nostro Paese, come viene rilevato dai dati del Ministero della Salute e dell’ ISTAT. Per questo chiediamo di porre come priorità la salute e che la stessa sia nelle agende e nelle strategie del buon vivere delle nostre città.

Nel fare ciò, dobbiamo trovare nuovi modi per progettare, costruire e gestire le città per aiutare le persone a vivere una vita sana e per raggiungere questo obiettivo abbiamo bisogno di:

1. Rivolgere maggiore attenzione alla prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili. Dobbiamo saper valutare i rischi derivanti dai non corretti stili di vita nelle città e costruire sistemi sanitari che siano non solo in grado di fornire trattamenti, ma che sappiano occuparsi di prevenzione;

2. Le politiche urbane abbiano come priorità la salute. Salute che deve essere costruita in ogni aspetto della strategia urbana dai trasporti, al verde cittadino, alle politiche sull’ambiente, e dello sport;

3. Nuovi modelli di collaborazione. Dobbiamo formare nuove partnership che coinvolgono organizzazioni pubbliche e private, creando sinergie tra Governo Nazionale, Regioni, Amministrazioni Comunali, CONI, Urbanisti, Medici, Aziende Sanitarie, Imprese e Comunità.

L'appello inviato ai quasi 8.000 sindaci italiani è stato presentato il 3 luglio in occasione del 2nd Health City Forum organizzato a Roma da Health City Institute, Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) Foundation, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Salute, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e Roma Capitale, in collaborazione con il programma Cities Changing Diabetes promosso da University College London (UCL) e Steno Diabetes Center, con il contributo di Novo Nordisk.

Nella riunione si è sottolienato che al giorno d'oggi 1 abitante del pianeta su 2 vive in ambiente urbano; il dato era 1 su 3 nel 1950 e sarà 2 su 3 nel 2050. Nel 1950 vivevano nelle città 746 milioni di persone, diventate oggi 3,9 miliardi, con una proiezione di crescita di ulteriori 2,5 miliardi da qui al 2050, secondo i dati del rapporto World Urbanization Prospects delle Nazioni unite.

Nello stesso documento, è descritta anche come percezione errata quella secondo cui il fenomeno dell’inurbamento, ossia la fuga dalla campagna verso la città, riguardi prevalentemente le megalopoli: i 28 agglomerati urbani con oltre 10 milioni di abitanti, guidati da Tokyo con 38 milioni, Nuova Delhi (25 milioni), Shangai (23 milioni), Città del Messico, Bombay e San Paolo (21 milioni). Oppure le 43 megacittà tra i 5 e i 10 milioni di abitanti o ancora le oltre 400 tra 1 e 5 milioni. Nelle 28 megalopoli, infatti, ha trovato casa solo il 12,5 per cento della popolazione urbana mondiale; più della metà vive in città con meno di 500mila abitanti: città come Bologna, Firenze, Bari, Verona.

I fenomeni del crescente inurbamento e della conseguente urbanizzazione sono legati a doppio filo con un altro accadimento: la crescita drammatica delle malattie croniche non trasmissibili, come diabete e obesità, provocata anche dalle modifiche agli stili di vita alimentari e fisici, ha spiegato Andrea Lenzi, sottolineando come oggi sul pianeta vivano 415 milioni di persone con diabete, mentre erano solo 285 milioni nel 2010, e siano oltre 2,2 miliardi gli esseri umani sovrappeso od obesi, con la prevalenza - ossia la percentuale sulla popolazione - dell’obesità raddoppiata in oltre 70 Paesi a partire dal 1980.

Questi numeri fotografano una situazione che riguarda anche il nostro Paese, come viene rilevato dai dati del Ministero della salute e dell’Istat. E per tale motivo è stata inviata la letterfa di sensibilizzazione ai sindaci italiani.