Con le feste di fine anno si riapre la sessione di calciomercato, quella invernale. Come al solito sarà, almeno per molte squadre, il solito tira e molla tra vorrei ma non posso, almeno per quanto riguarda molte squadre italiane - escluse poche eccezioni - costrette a spendere il meno possibile sia dalle ristrettezze di bilancio che dalle regole del fair play finanziario. 

Così, ogni sei mesi, l'Italia si trova di fronte a dover invidiare le squadre di altri campionati - Inghilterra, Spagna, Germania - molto più ricche e molto più ben remunerate rispetto alle nostre dove gli introiti televisivi sono circa un quarto rispetto a quelli inglesi e dove gli stadi, che cadono a pezzi, sono sempre più vuoti.

Come se non bastasse, oltre alla concorrenza europea si è aggiunta pure quella cinese. Da quando il governo di quel paese si è messo in testa che la Cina deve diventare una super potenza del calcio, i tycoon cinesi si sono messi ad investire acquistando squadre all'estero, mentre quelle nel proprio paese vengono riempite di calciatori ingaggiati, molto spesso in Europa, a cifre incredibili e stipendiati a cifre ancor più incredibili.

L'esempio più recente è di questi giorni e riguarda il viola Nikola Kalinic. Il Tianjin Quanjian, allenato da Fabio Cannavaro, avrebbe offerto 40 milioni di euro alla Fiorentina per il suo centravanti e la bellezza di dieci milioni di euro netti a stagione come ingaggio per il giocatore croato che, comunque, ha una clausola rescissoria fissata a 50 milioni.

Difficilmente per le italiane, a parte due o tre squadre, è possibile competere su queste cifre. Solo le squadre inglesi, più o meno tutte quelle che militano in Premier League, ed alcune squadre spagnole e tedesche possono farlo.

Sempre rimanendo allo stesso esempio offerto da Kalinic, Aston Villa e West Ham potrebbero pure pagare la clausola rescissoria, salvo remunerare il giocatore a cifre meno fantasmagoriche rispetto a quelle offerte dai cinesi.

Quindi, saranno 30 giorni in cui, come sempre, la maggior parte dei tifosi sarà illusa dall'acquisto di giocatori dai nomi altisonanti che, nella realtà non saranno mai neppure trattati. E alla fine del calciomercato, gli unici acquisti effettuati saranno quelli in prestito effettuati nelle ultime ore disponibili prima della chiusura.

Questo consentirà di arrivare a giugno, dove si ripeterà la stessa identica storia, con l'unica differenza che durerà un paio di mesi in più. Nel frattempo, le solite squadre con i soliti dirigenti continueranno ad opporsi ad una revisione degli introiti della Serie A per mantenere i propri privilegi, rendendo però il campionato sempre meno interessante e sempre più povero. Fin quando continuare su questa strada?