UNICEF, in un proprio comunicato, ha riassunto il tragico bilancio della guerra in Siria, solo per il 2016, e solo in relazione alle conseguenze di quel conflitto sui bambini.

Il 2016 è stato l'anno peggiore con 652 bambini uccisi e 850 reclutati per combattere (anche di 7 anni); 338 attacchi contro ospedali e personale medico.

2,8 milioni vivono in aree difficili da raggiungere, compresi 280.000 bambini in aree sotto assedio. 

Circa 6 milioni di bambini adesso dipendono dall’assistenza umanitaria.

Oltre 2,3 milioni di bambini vivono come rifugiati in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq. 

L’85% della popolazione siriana vive al di sotto della soglia di povertà, mentre il 69% vive in condizioni di povertà estrema.

Questi, in sintesi, alcuni dei numeri presentati nel dossier “Hitting Rock Bottom” (letteralmente: toccando il fondo) che, nel suo complesso disegna un quadro di una situazione identificabile ben oltre il limite della tragedia.

Almeno 652 bambini sono stati uccisi – un aumento del 20% dal 2015 - rendendo il 2016 l’anno peggiore per i bambini della Siria, da quando sono cominciate nel 2014 verifiche formali sulle violenze che hanno coinvolto i bambini.

Sono stati 255 i bambini uccisi all’interno o nei pressi di scuole.

Oltre 850 bambini (anche di 7 anni) sono stati reclutati per combattere nel conflitto, oltre il doppio di quelli reclutati nel 2015. I bambini sono stati utilizzati e reclutati per combattere direttamente sulle linee del fronte e stanno assumendo un ruolo sempre più attivo nei combattimenti, compresi casi estremi di utilizzo come esecutori, attentatori suicidi o guardie carcerarie.

Sono stati verificati almeno 338 attacchi contro ospedali e personale medico.

Questo il commento da Homs, in Siria, di Geert Cappelaere, Direttore Regionale dell’UNICEF per il Nord Africa e il Medio Oriente: «Le profonde sofferenze hanno raggiunto livelli senza precedenti. Milioni di bambini in Siria sono sotto attacco ogni giorno, le loro vite sono state stravolte. Ogni bambino è segnato a vita con terribili conseguenze sulla sua salute, sul benessere e sul futuro.»

Seppur già così impressionanti, i dati sono comunque incompleti per le difficoltà d’accesso a diverse aree della Siria.

Ma i bambini muoiono non solo per le conseguenze dirette del conflitto, ma spesso anche per quello indirette che causano privazioni e malattie, che in situazioni normali sono facilmente prevenibili e curabili. Invece, l’accesso alle cure mediche, ad aiuti salva vita e ad altri servizi di base resta ancora difficoltoso.

Tra i bambini più vulnerabili della Siria, 2,8 milioni sono in aree difficili da raggiungere, compresi 280.000 bambini che vivono in aree sotto assedio, quasi completamente tagliati fuori dall’assistenza umanitaria.

Dopo sei anni di guerra, circa 6 milioni di bambini adesso dipendono dall’assistenza umanitaria, un aumento di 12 volte rispetto al 2012. Milioni di bambini sono sfollati. Oltre 2,3 milioni di bambini vivono come rifugiati in Turchia, Libano, Giordania, Egitto e Iraq.

All’interno della Siria e ai confini, i meccanismi di adattamento sono al limite, e le famiglie stanno attuando misure estreme di sopravvivenza, spesso spingendo i bambini a contrarre matrimoni precoci o al lavoro minorile. In oltre due terzi delle famiglie, i bambini lavorano per sostenerle, molti in condizioni estreme, inappropriate anche per gli adulti.