di Guglielmo Ferraro.

 

«Ogni verità deve diventare provvisoria, deve accettare di essere sempre sottoposta a nuovi controlli, a rettifiche, a profonde rielaborazioni».

Ludovico Geymonat

 

Così ammoniva il poeta francese Abel Bonnard: «Il mondo moderno è il mondo del denaro: è il modo più breve per dire che non ha più un’anima».

Cosa si cela dietro le squallide intimidazioni e le minacce di sanzioni che vergognosamente vengono rivolte ai medici che osano mettere in discussione le vaccinazioni e cosa sostiene l’inarrestabile propaganda vaccinale in corso?

Oggi assistiamo, come qualche scienziato ha ben rilevato, alla prevaricazione della politica sulla scienza. Una politica costituita perlopiù da individui di basso profilo, propensi ad accogliere le direttive di chi detiene realmente il potere: le lobby delle multinazionali.

«Noi tendiamo a dimenticare che le aziende farmaceutiche investono in business. La loro responsabilità è nei confronti dei loro azionisti. E qual è il loro obiettivo? Il loro obiettivo è fare profitti e questo è esattamente quel che fanno. Questa è la loro priorità». Ad affermare ciò è stata Marcia Angell, direttrice per oltre vent’anni del New England Journal. E questo è quanto, più di recente, ha denunziato Peter Gøtzsche, autore di “Farmaci che uccidono e crimine organizzato. Come Big Pharma ha corrotto il sistema sanitario” e direttore del Nordic Cochrane Center, celebre organizzazione di ricerca indipendente: «Gli affari delle maggiori case farmaceutiche includono azioni da crimine organizzato».

Si può forse pensare che gli stratosferici guadagni dell’industria del farmaco siano il frutto di opere di beneficenza?

Chi ha il potere di decidere in ambito sanitario continua colpevolmente, e con sempre maggiore arroganza, a disconoscere qualsiasi informazione che pone in cattiva luce i vaccini.

Qualcuno, con l’intento di dare maggior risalto alla sua propaganda vaccinale, si è anche inoltrato in quantomeno infelici similitudini. È stato detto, ad esempio, che mettere in discussione la sicurezza e l’efficacia dei vaccini o esprimere soltanto dei dubbi riguardo alla tesi “ufficiale” che non ci sia alcun tipo di legame tra vaccinazioni e autismo, equivalga a negare l’esistenza della forza di gravità. Ma non sempre la realtà è come ci appare. Possiamo qui ricordare, con una breve digressione, che il concetto newtoniano di gravità, interpretata come forza di attrazione a distanza tra corpi, fu superato da Einstein, con la sua teoria della relatività generale. Per il grande scienziato, infatti, la gravità non  è che una pura illusione, determinata dalla curvatura dello spazio-tempo, causata dalla presenza di una massa.

Le teorie della fisica, la regina delle scienze, non sono che costruzioni logiche scaturite da processi conoscitivi sperimentali di tipo induttivo e non rappresentano mai delle verità definitive. Esse sono considerate vere finché non vengono confutate dall’osservazione di fenomeni non compatibili con le loro previsioni.

La scienza delle scienze, dunque, non ha la pretesa di formulare verità assolute e indiscutibili, eppure c’è chi , nell’ambito della scienza medica, scienza non esatta per eccellenza, è convinto che sia sempre possibile formulare verità incontrovertibili e inopinabili. Diceva Socrate, secondo Diogene Laerzio: «Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza».

La scienza è tutt’altro che infallibile ed ogni vero scienziato ne è perfettamente consapevole. Nessuno sano di mente, in definitiva, può mai ritenere di avere in tasca la verità.

Come affermò l’epistemologo Karl Popper, colosso del pensiero novecentesco, “non il possesso della conoscenza, della verità irrefutabile, fa l'uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta, della verità”.

L’autopromozione di verità di comodo, presentate come “evidenze scientifiche”, è oggi tra le attività preferite da chi detiene le redini della scienza medica. Ma affermare che i vaccini non causino, se non rarissimamente, effetti collaterali, a volte anche gravi, non è né moralmente né scientificamente accettabile.

Solo negli USA, secondo dati del VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System), nel corso degli ultimi 20 anni sono morti 145.000 bambini per colpa dei vaccini. Guru improvvisati, anche se “accreditati”, continuano a sentenziare perentoriamente le loro improbabili e per nulla disinteressate verità. Per una manciata di soldi o per acquisire un po’ di notorietà a buon mercato. Purtroppo, si tratta spesso di cattedratici che, a dispetto dei loro importanti curriculum, poco o nulla hanno a che vedere, in realtà, con la scienza. Ciò non deve affatto sorprendere. Da decenni, nel nostro Paese, la meritocrazia è stata sistematicamente calpestata e le carriere universitarie sono ordinariamente concesse solo ai parenti dei cattedratici, ai loro protetti e agli "amici" dei potenti. Baronati e nepotismo, che imperversano in modo incontrastato, hanno prodotto un inarrestabile declino culturale dei nostri atenei. Siamo il Paese delle eccellenze, non c’è dubbio, ma anche quello dei furbi e dei raccomandati. Non è un caso che in cima alla liste delle migliori scuole e università di medicina del mondo, stilate dall’US News & World Report, non si ritrovi neanche uno dei nostri atenei.

Si ritiene generalmente che una teoria possa assurgere a verità scientifica solo se pubblicata da un’autorevole rivista.

Una pubblicazione non può però rendere vero ciò che non lo è, così come una teoria non può essere considerata errata solo perché non è stata riportata da Lancet, Nature o Science.

Richard Smith, ex curatore del British Medical Journal e poi direttore generale di United Health Europe, sostenne (editoriale pubblicato dalla rivista ad accesso libero PLoS Medicine) che “le riviste di medicina costituiscono un’estensione del braccio del marketing delle compagnie farmaceutiche”. I mezzi di informazione medica non sono depositari di verità assolute e costituiscono nelle mani di pochi potenti senza scrupoli un terribile strumento per la salvaguardia dei loro sporchi interessi, a discapito della collettività.

Diversi scienziati hanno posto l’accento sulle non trascurabili reazioni avverse che le vaccinazioni possono causare. Personalità di spicco, tra questi, è Yehuda Shoenfeld, professore della Facoltà di Medicina di Tel Aviv, considerato uno dei massimi esperti mondiali di malattie autoimmuni. A lui si deve la scoperta della cosiddetta ASIA, Autoimmune/inflammatory Syndrome Induced by Adjuvants (Sindrome autoimmune/infiammatoria indotta da adiuvanti vaccinali), anche nota come sindrome di Shoenfeld.

Un altro autorevole scienziato, Chris Shaw, professore dell’Università della British Columbia, ha illustrato i danni a carico del sistema nervoso provocati dall’alluminio presente nei vaccini. Secondo Shaw, “l’alluminio è pericoloso e nocivo quanto il thimerosal, collegato anch’esso a diversi disturbi come l’autismo, il morbo di Parkinson, il morbo di Alzheimer e altre patologie”.

Sarebbe assolutamente scorretto considerare non scientifici gli scomodi risultati ottenuti dai numerosi ricercatori che hanno sollevato dubbi sulle vaccinazioni, soltanto perché non sono stati approvati da quella stessa élite autoreferenziale che ha deciso di promuovere incondizionatamente, e per oscure ragioni, i vaccini.

Randy Schekman, premio Nobel per la medicina nel 2013, dal palco di Stoccolma, affermò: «La scienza è a rischio: non è più affidabile perché in mano a una casta chiusa e tutt’altro che indipendente». E sul Guardian scrisse: «Le principali riviste scientifiche distorcono il processo scientifico e rappresentano una “tirannia” che va spezzata».

Siamo lontani da una completa comprensione dei meccanismi eziopatogenetici coinvolti nei disturbi autistici, ma a tutt’oggi non esistono studi, se si escludono quelli inficiati da più o meno evidenti conflitti di interesse, che possano dimostrare, in maniera incontrovertibile, l’assenza di correlazione con i vaccini.

I disturbi dello spettro autistico interessano circa due milioni di individui solo negli Stati Uniti e decine di milioni in tutto il mondo. Inoltre, le statistiche mostrano che i tassi di incidenza sono aumentati dal 10 al 17% ogni anno. Siamo quindi di fronte ad una estesa ed allarmante epidemia. Ritenere compatibili questi dati epidemiologici, in rapida progressione, con le teorie, attualmente in voga, che ipotizzano l’origine genetica dell’autismo, non sembra affatto ragionevole.

In uno studio pubblicato su “Nature Medicine” nel 2015 da ricercatori dell’Hospital for Sick Children di Toronto, l’analisi del genoma di 340 soggetti autistici ha contraddetto le ipotesi sulla ereditabilità della patologia autistica. Le mutazioni genetiche legate al rischio di autismo sono state riscontrate soltanto in una bassa percentuale di casi. E quando presenti, non erano comunque condivise nelle coppie di fratelli autistici.

"Nature" ha da poco pubblicato un lavoro che illustra come si possa diagnosticare l’autismo, prima della comparsa delle manifestazioni cliniche, attraverso la valutazione delle dimensioni di alcune parti del cervello. Ma un recente studio effettuato dai ricercatori Shlomi Haar, Berman et al., pubblicato su Cerebral Cortex , dimostrerebbe la scarsa rilevanza clinica e scientifica, per la comprensione neuropatologica dell’autismo, delle misure anatomiche cerebrali. Dovremmo concludere, come è stato affermato di recente, che la scienza non sia democratica?

Chi si ostina, con ingiustificata certezza, a negare la possibilità di una qualunque correlazione tra vaccini e autismo non dimentica solitamente di citare la storia di Andrew Wakefield, il medico inglese autore, insieme al prof. Walker Smith, di una ricerca condotta al Royal Free Hospital nel 1998, che mise in correlazione il vaccino trivalente MPR con lo sviluppo di forme autistiche e di una serie di enteropatie. Wakefield, diversi anni dopo, venne accusato di frode scientifica e fu quindi radiato dal British General Medical Council (Ordine dei Medici Inglese). Ma si evita di ricordare che lo studio del ricercatore inglese venne sostanzialmente riabilitato dalla completa assoluzione, in appello, del suo coautore, il prof. Smith.

Altri studi, come quello condotto dal Dr. Steve Walker, hanno confermato i risultati ottenuti dai ricercatori inglesi. Non è conveniente però che queste informazioni vengano divulgate.

Dati come questi dovrebbero indurre alla prudenza e a non avanzare conclusioni affrettate e superficiali. Sono in gioco delle vite umane e chi agisce non tenendone conto commette un gravissimo crimine.

 

Bibliografia

 

  • Autoimmun., 2011 Feb;36(1):4-8. doi: 10.1016/ j.jaut.2010.07.003. Epub 2010 Aug 13 – ‘ASIA’ autoimmune/inflammatory syndrome induced by adjuvants – Shoenfeld Y, Agmon- Levin N. – The Zabludowicz Center for Autoimmune Diseases, Department of Medicine ‘B’ Sheba Medical Center, Tel-Hashomer, Israel

 

  • Aluminum hydroxide injections lead to motor deficits and motor neuron degeneration Christopher A.Shaw; Michael S. Petrik. Journal of Inorganic Biochemistry, 2009 November; 103(11): 1555

 

  • Whole-genome sequencing of quartet families with autism spectrum disorder - Ryan K C Yuen, Bhooma Thiruvahindrapuram et al. - Nature Medicine, December, 22, 2014

 

  • Anatomical Abnormalities in Autism? - Haar, Berman, Behrmann , Dinstein – Cerebral Cortex - April, 26, 2016