Nella sala del Concistoro, lo scorso 4 novembre Papa Francesco ha ricevuto i membri della Federazione Internazionale delle Università Cattoliche al termine della conferenza internazionale intitolata "Rifugiati e Migranti in un mondo globalizzato: responsabilità e risposte delle università".

Tre gli ambiti di competenza del mondo accademico di ispirazione cristiana, individuati dal pontefice, sul tema delle migrazioni: ricerca, insegnamento, promozione sociale.

Il primo è necessario ad individuare soluzioni praticabili, anche se a lungo termine, per assicurare alle persone il diritto a non essere costrette ad emigrare. Inoltre, per il Papa è "altrettanto importante riflettere sulle reazioni negative di principio, a volte anche discriminatorie e xenofobe, che l’accoglienza dei migranti sta suscitando in Paesi di antica tradizione cristiana, per proporre itinerari di formazione delle coscienze."

Nell'ambito dell’insegnamento, è invece necessario promuovere "programmi volti a favorire l’istruzione dei rifugiati, a vari livelli, sia attraverso l’offerta di corsi anche a distanza per coloro che vivono nei campi e nei centri di raccolta, sia attraverso l’assegnazione di borse di studio che permettano la loro ricollocazione" e lavorare per "il riconoscimento dei titoli e delle professionalità dei migranti e dei rifugiati, a beneficio loro e delle società che li accolgono", oltre a "formare in modo specifico e professionale gli operatori pastorali che si dedicano all’assistenza di migranti e rifugiati."

Infine, il terzo ambito, quello della promozione sociale, dove l’università, soprattutto quella cattolica, è chiamata a farsi carico "della società in cui si trova a operare, esercitando anzitutto un ruolo di coscienza critica rispetto alle diverse forme di potere politico, economico e culturale."

Perché sono importanti queste parole del Papa? Semplicemente perché, nonostante l'impegno di Minniti nel far morire i migranti in Libia, questi continuano ancora a morire anche in mare, ricordandoci così che il problema - nonostante elezioni regionali, politiche, alleanze, vittorie e sconfitte - non è per nulla risolto.

Domenica 5 novembre, nel porto di Salerno, è arrivata la nave spagnola Cantabria con a bordo circa 400 migranti e tra questi ben 26 donne morte, presumibilmente annegate in mare.

Come ha sottolineato in una sua dichiarazione il Direttore generale della Fondazione Migrantes Gianni De Robertis, i dati forniti della diminuzione degli sbarchi di migranti in Italia non significa affatto il venir meno del problema e delle cause che spingono oggi tanti di loro a fuggire dai propri Paesi e cercare altrove una speranza di vita. "Anzi li espone ancor più alle violenze in terra libica e ai pericoli del viaggio."