Con il termine Jobs Act si intende il piano di riforme del mercato del lavoro presentato per la prima volta l’8 gennaio 2014 dal premier Matteo Renzi attraverso la pubblicazione della eNews 381 sul sito “matteorenzi.it”: “L’obiettivo è creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri”, scrive in quella occasione il presidente del Consiglio.
La riforma prende avvio il 20 maggio 2014 con l’emanazione del c.d. decreto Poletti, convertito, con modificazioni, nella legge n. 78 del 16 maggio 2014 recante “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese” che, prevalentemente, innova la disciplina dei contratti a tempo determinato (lavoro a termine) e dell’apprendistato.
Le novità più importanti in materia di contratto a tempo determinato riguardano, in particolare, la previsione dell’innalzamento da uno a tre anni (comprensivi di un massimo di cinque proroghe) della durata del rapporto a tempo determinato e l’esclusione della c.d. clausola di causalità (introdotta per la prima volta dalla legge 230/1962, sostituta negli anni dalla legge 223/1991 e successive modifiche) che configurava il contratto a termine come una tipologia di rapporto eccezionale, poiché richiedeva una causa oggettiva a giustificazione della scelta di un simile contratto rispetto al più garantito contratto a tempo indeterminato.