Erano amici, i due ragazzi, di quelle amicizie senza riserve che connotano gli adolescenti di oggi. Nel mare delle solitudini in cui viviamo, ci si lega in una osmosi impressionante, tanto da condividere fino in fondo azioni e pensieri.

E sembra proprio che il 16enne  fermato conoscesse perfettamente il piano criminoso dell'amico, senza per questo informarne le autorità, e che anzi abbia avuto un ruolo primario e fondamentale nella pubblicazione su facebook dell'invito a recarsi al centro commerciale rivolto ai compagni ed amici del killer.

Perché - nel piano originario - erano proprio questi ultimi a dover cadere falciati dal ragazzo, che è risultato affetto da problemi psichici, in cura, e che assumeva (o avrebbe dovuto assumere) psicofarmaci, come testimoniano le scatole di medicinali rinvenute a casa dei suoi genitori.

Un piano meticolosamente preparato, ci pensava da oltre un anno: anche qui, a casa dei genitori, è stato rinvenuto il progetto del disegno criminale, religiosamente conservato.

La strage ha fatto il suo corso, e pur avendo dei bersagli che il ragazzo intendeva colpire, quando si è trovato a dover compiere l'atto, qualcosa deve essere scattato. Ed è caduto chi si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Così, senza una ragione.

E mentre la Germania ancora si interroga su quanto accaduto, sul bullismo e sull'incomunicabilità giovanile, un altro atto di violenza la scuote: un giovane siriano, in attesa di asilo politico e senza alcun legame con gli ambienti terroristici ma già noto alla polizia per essere persona violenta, ha ucciso a colpi di machete una donna, commessa in un negozio di Kebab a Reutlingen.