L’Istituto di ricerca Cattaneo di Bologna ha effettuato alcune elaborazioni sull’andamento della partecipazione al voto in occasione delle elezioni comunali di domenica 11 giugno che hanno coinvolto 1.004 comuni ed oltre 9 milioni di elettori.

L’analisi dell'Istituto si è concentrata sui 160 comuni superiori ai 15 mila abitanti. Il primo aspetto preso in esame riguarda l'affluenza al voto. I risultati sono illustrati nella tabella sottostante.

 

Dai valori riportati, in termini assoluti, la partecipazione è calata di circa 430mila unità dal 2012 ad oggi. Un dato che segnala la progressiva disaffezione di un numero crescente di elettori nei confronti dei partiti e/o delle liste a livello locale.

In termini percentuali, nei 160 comuni superiori ai 15 mila abitanti in cui si è votato nel 2017 l’affluenza si è fermata al 61,5%, mentre nella tornata precedente si era assestata al 68,1, con un calo di 6,6 punti percentuali.

Tuttavia, questi dati raccontano dinamiche diverse nelle varie aree geo-politiche del paese. Le diminuzioni più significative della partecipazione sono da riferirsi alle regioni del Nord (sia a est che a ovest) e del centro “rosso” (Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria).

Per la precisione, nel Nord-est la partecipazione cala di 7,7 punti percentuali, nel Nord-ovest di 7 punti e nelle regioni “rosse” di 7,5 punti. Nel centro-sud, invece, l’aumento del non-voto è molto più contenuto, soprattutto al Centro, dove il calo è “solo” di 4 punti (al Sud del 4,9). È utile osservare, inoltre, che l’affluenza continua ad essere significativamente maggiore nelle regioni del Sud e del Centro rispetto a quelle del Nord, incluse quelle regioni “rosse” considerate un tempo la terra del civismo e della diffusa partecipazione politica.

 

In sintesi, gli elementi di riflessione che l'istituto Cattaneo rileva da questi dati sono sostanzialmente due.

Il non-voto continua a crescere: la soglia scende sempre più, collocandosi attorno al 60% (in molte grandi città va a votare poco più di un elettore su 2). Se le elezioni politiche trattengono meno elettori, lo stesso avviene (in alcuni casi anche con ritmi maggiori) per le comunali, ma con alcune differenze.

La partecipazione rallenta la caduta nelle regioni del Centro e del Sud Italia, mentre entra fortemente in crisi in tutte le altre aree del paese, incluse quelle tradizionalmente più partecipative.

Il secondo elemento su cui viene posto l'accento riguarda le diverse motivazioni o i diversi incentivi alla partecipazione nelle varie zone geo-politiche del paese. Al nord e nelle regioni “rosse”, l’aumento dell’astensionismo pare essere legato, in buona parte, a trasformazioni di lungo periodo: la scomparsa dei partiti di massa, l’assenza di formazioni politiche dai contorni ideologicoprogrammatici ben delineati e il relativo attenuarsi della “fedeltà” elettorale.

Al Centro e, soprattutto, al Sud invece la scomparsa dei partiti tradizionali ha avuto un effetto meno consistente sulla partecipazione perché il voto era ed è più condizionato da rapporti locali/istici tra i candidati e gli elettori. Questa diversa attitudine al voto, o al non-voto, spiega i trend divergenti nella partecipazione osservati in Italia nelle elezioni amministrative.