Nun ce vonno sta'... Questa è la tesi di Virginia Raggi e dei vertici del Movimento 5 Stelle a seguito della sentenza del Tribunale civile di Roma che ha respinto il ricorso sul contratto firmato dalla sindaca di Roma che disponeva una penale di 150mila euro in caso di violazione del codice etico dei 5 Stelle.

Al tribunale si era rivolto l'avvocato, area PD, Venerando Monello che, in relazione a tale documento, aveva chiesto che si esprimesse sia sulla nullità del contratto che sulla conseguente ineleggibilità della sindaca.

A seguito della sentenza, Virginia Raggi ha pubblicato la seguente dichiarazione sul blog di Beppe Grillo:

"Tanto rumore per nulla. Dopo la batosta elettorale a Roma, il Pd ne subisce un'altra in Tribunale. Il giudice non ha accolto la richiesta con la quale i dem cercavano di ribaltare il risultato delle urne che ha visto il M5S vincere.

Speravano di rendere nulla la nostra vittoria, paragonando la stipula del Codice di comportamento del M5S ad un accordo di una associazione segreta. Non sanno più cosa inventare. Il problema è che non riescono ad accettare la sconfitta ed il fatto che stiamo riportando la legalità.

Quando abbiamo vinto le elezioni, abbiamo assicurato che avremmo rispettato gli impegni con i cittadini. Questo è lo spirito del M5S. L'impegno l'abbiamo preso con voi e lo rispetteremo sempre."

Anche l'Unità ha pubblicato la notizia della sentenza con una mestissima nota che faceva tristezza rispetto all'entusiamo con cui, nei giorni precedenti, Claudia Fusani dava come possibile la decadenza da sindaco di Virginia Raggi, entusiamo - ad esser sinceri - in parte già mitigato da un'intervista al giurista Flick da parte della stessa giornalista.

Tutto rimandato ad una prossima occasione.